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La storia del miracolo dell’olio di San Charbel nella Chiesa di San Ferdinando a Napoli

Nella chiesa di San Ferdinando in piazza Trieste e Trento a Napoli, (la cosiddetta “chiesa degli artisti”) si grida al prodigioso evento dopo una messa dedicata a San Charbel.
A cura di Redazione Napoli
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La chiesa di San Ferdinando a Napoli e San Charbel e il suo "olio benedetto"
La chiesa di San Ferdinando a Napoli e San Charbel e il suo "olio benedetto"

In "Pulp Fiction" di Quentin Tarantino che sicuramente non è un film a tema religioso, due killer, Jules e Vincent Vega, si interrogano sulla natura di un presunto miracolo salvavita, avvenuto mentre commettono un omicidio. E mentre uno di loro fornisce una definizione efficace di cosa possa essere un miracolo: «Un atto di Dio», l'altro è pronto a smentire d'avere appena assistito a qualcosa del genere: «È quando Dio rende possibile l'impossibile. Ma stamattina non era uno di questi casi». Questo per dire che definire un evento «religiosamente prodigioso» (un «prodigio» per la Chiesa Cattolica è ad esempio lo scioglimento del sangue di San Gennaro) o addirittura «miracoloso», occorre immancabilmente passare per la fede, ovvero per un qualcosa che alla fine non ammette domande né ha bisogno di tutte queste spiegazioni scientifiche.

Dunque, che nella chiesa di San Ferdinando, delizia barocca in piazza Trieste e Trento, chiamata "chiesa degli artisti" per via dei numerosi funerali di attori, scrittori e cantanti lì celebrati, via sia stato un prodigio o un miracolo lo stabilirà la Chiesa Cattolica, con le sue direttive, le sue "analisi", la sua visione e soprattutto filtrando l'evento con gli occhi della fede.

Sappiamo che c'è di mezzo un santo molto venerato, San Charbel Makhluf, monaco presbitero libanese, un maronita con fama di taumaturgo, morto nel 1898  e canonizzato da Papa Paolo VI nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso (1977). Sappiamo che il mezzo attraverso il quale si sarebbe manifestato il prodigio è un olio, quello che ormai da decenni viene benedetto in nome di Saint Charbel e donato ai fedeli, spesso usato per le benedizioni sugli infermi.

San Charbel e la boccetta di olio durante la messa a Napoli

A raccontare l'accaduto, in una lettera datata 27 luglio scorso e indirizzata a Padre Elias, postulatore della causa del Santo Charbel, è monsignor Pasquale Silvestri, rettore della chiesa di San Ferdinando a Napoli. Tutto avviene qualche giorno prima, ovvero giovedì 24 luglio, giorno in cui si celebra il monaco maronita libanese. Racconta il sacerdote che la chiesa era piena di «oltre 500 persone», tutti in attesa della somministrazione dell'olio: «Ho preso, pertanto, l'ampolla con detto olio ed ho cominciato ad ungere il capo delle persone ma non immaginavo fossero tante per cui, a un certo punto, l'ampolla si è quasi svuotata ed ho temuto di non poter soddisfare tutti gli ammalati presenti. Ormai capovolgevo l'ampolla per intingere il dito con le ultime gocce rimaste ma, nonostante i miei timori, sono riuscito ad ungere tutti gli ammalati che lo hanno chiesto».

Ed è qui che il racconto contiene una elemento sorprendente. Monsignor Silvestri assicura che è andata così: «Terminata la somministrazione dell'olio ho meccanicamente chiuso l'ampolla e l'ho riposta nella teca degli olii e, nel riporre l'ampolla, mi sono reso conto che era di nuovo piena di olio. Non credevo ai miei occhi, tanto che ho dovuto illuminare per bene quella zona ed ho constatato che l'ampolla era tornata piena. Con l'ampolla in mano, quindi, mi sono recato alla balaustra del presbiterio ed ho confidato la cosa al mio collaboratore Leo, il quale mi ha confermato che le persone che avevo unto sul capo erano quasi cinquecento e che necessariamente l'olio si doveva essere consumato e anche lui restava allibito nel vedere l'ampolla piena di olio».

In quel momento il rettore della chiesa di San Ferdinando rende nota a tutti i presenti nella chiesa, piena fino a fuori, la circostanza: «Ho mostrato l'ampolla e raccontato quanto era accaduto a tutti i presenti che hanno visto e possono confermare la veridicità di quanto Le racconto – dice rivolgendosi a Padre Elias –  e che hanno tutti ringraziato San Charbel con un caloroso applauso».

La lettera con il racconto del rettore della chiesa di San Ferdinando a Napoli
La lettera con il racconto del rettore della chiesa di San Ferdinando a Napoli

Cos'è l'olio di San Charbel

Al monaco Charbel Makhluf vengono attribuiti molti miracoli, tanto da essere dichiarato santo fin dalla seconda metà degli anni Settanta. Negli anni Cinquanta i monaci notarono del liquido che trasudava dal muro in cui era tumulato. Da allora iniziarono intensi pellegrinaggi presso la salma di Makhluf, a opera di fedeli che chiedevano la sua intercessione. L'olio di San Charbel richiama appunto il prodigio della trasudazione del corpo del Santo, subito dopo la sepoltura e può essere richiesto attraverso i monasteri Maroniti.

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