La ragazza minacciata dal padre a Napoli perché lesbica: “Non cambio cognome. Trovate forza di denunciare”

Anni di insulti e minacce, poi il coraggio di denunciare e la fine di un incubo. Appare comprensibilmente sollevata, la ragazza napoletana che si è rivolta alle forze dell'ordine mentre il padre voleva aggredirla per l'ennesima volta, e sempre per lo stesso motivo: non accettava il suo orientamento sessuale. La giovane, intervistata dal Tgr Campania, parla della "fine di un incubo che durava da anni", e lancia un appello: "Trovate la forza di denunciare", come ha fatto lei.
"Non vedevo l'ora che tutto questo finisse – dice la 24enne – sono anni che va avanti così. Finalmente la forza è arrivata e adesso posso dire di stare tanto tranquilla e in pace, sia con me stessa sia con tutto quello che mi circonda". L'arresto per l'uomo, un 51enne napoletano, è scattato nei giorni scorsi; si era presentato nel bar dove lavora la giovane, in zona Chiaia, e l'aveva insultata, arrivando a dirle che avrebbe dovuto cambiare cognome perché lesbica; successivamente era andato nell'abitazione dove vivono madre e figlia e aveva preso a picchiare sulla porta e a tentare di sfondarla, pretendendo che lo facessero entrare. In quei momenti sono arrivati i carabinieri della Compagnia Centro.
Il padre arrestato per stalking
Nemmeno davanti ai militari il 51enne si è calmato: anche davanti a loro ha continuato a insultare e a minacciare la figlia. Alla fine sono scattate le manette, con le accuse di maltrattamenti in famiglia e stalking. "Andava avanti da anni, da tanti anni – prosegue il racconto della ragazza – anche da prima che convivesse con mia madre. Quando ha iniziato la convivenza è stato tragico. Ho combattuto anche con mia madre, per farle capire che certe cose non sono normali, che la nostra era una famiglia disfunzionale, e dopo tanti anni lei ha aperto gli occhi e ha combattuto insieme a me".
La giovane non ha nessuna intenzione di cambiare cognome. "Non lo faccio perché vorrei che il suo cognome, con me, adesso cambi la mia generazione. È solo una vittoria tenerlo ancora e crescere i miei futuri figli come si deve, in una famiglia come si deve. Vorrei che tutti prendessero la forza di denunciare, di affrontare, di non mollare mai la presa. Nessuno è sbagliato, a prescindere dal colore della pelle e dalle preferenze sessuali".
Il Comune: "Violenza omofoba è piaga che va combattuta"
Il Comune di Napoli è intervenuto sulla vicenda sottolineando "il proprio impegno al fianco della comunità LGBTQIA+ e di tutte le persone vittime di discriminazione, confermando la centralità delle politiche di inclusione e tutela dei diritti umani nel programma amministrativo". "Siamo profondamente colpiti e indignati per quanto accaduto – dice l’assessora allo Sport e alle Pari Opportunità, Emanuela Ferrante – episodi come questo ci ricordano quanto sia necessario lavorare, ogni singolo giorno, per costruire una società inclusiva e libera da discriminazioni e pregiudizi. L’orientamento sessuale non può mai essere motivo di odio o persecuzione, tanto meno all’interno delle mura domestiche, che dovrebbero essere luogo di amore e protezione. Siamo pronti a fare la nostra parte per accompagnare questa giovane donna in un percorso di rinascita e di libertà. La violenza omofoba è una piaga che va combattuta con determinazione, partendo dall’educazione al rispetto dell'essere umano e dai presidi sociali nei territori".