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Covid 19

La pandemia è costata a Napoli 80 milioni. Per lo studio del Comune sul Covid 80mila euro

Quanto è costata l’emergenza Coronavirus al Comune di Napoli? Circa 80 milioni di euro nel 2020, tra mancate entrate dai tributi locali, soprattutto la tassa di soggiorno, e lo sconto della tassa sui rifiuti (Tari) per 11 milioni di euro per negozi e alberghi. Ma anche aiuti alle famiglie bisognose, i pacchi alimentari, le donazioni con il progetto il Cuore di Napoli, per un totale di investimenti di 28,5 milioni. E ancora, sanificazioni, acquisto di mascherine e guanti. Per lo studio tra il Comune e le Università Federico II e Vanvitelli per i test sierologici previsti 80mila euro.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Quanto è costata l'emergenza Coronavirus al Comune di Napoli? Circa 80 milioni di euro nel 2020, tra mancate entrate dai tributi locali, come la tassa di soggiorno che conta perdite per almeno 7,5 milioni di euro rispetto all'anno scorso, a causa del crollo del turismo, o il canone di occupazione suolo pubblico per i tavolini concessi gratis in estate, e lo sconto della tassa sui rifiuti (Tari) per 11 milioni di euro per le utenze non domestiche, in particolare gli alberghi. Ma anche aiuti alle famiglie bisognose, i pacchi alimentari, le donazioni con il progetto il Cuore di Napoli, per un totale di investimenti di 28,5 milioni di euro. A questi si sono aggiunti i costi non preventivati, come le sanificazioni degli uffici pubblici, l'acquisto di DPI (guanti, mascherine e visiere) per il personale, gel disinfettanti e termoscanner. L'impegno straordinario della Polizia Locale per vigilare sul lockdown e per fare i controlli per il Covid anti-assembramenti, sul distanziamento e gli orari dei locali, è costato più di un milione. Mentre l'accordo di collaborazione tra il Comune e le Università Federico II e Vanvitelli per il progetto di "ricerca sorveglianza e controllo infezione Coronavirus nella città di Napoli" per fare gli screening con i test sierologici è stato previsto uno stanziamento in bilancio di 80mila euro.

Coronavirus a Napoli, tutti i costi

Cifre e dati che emergono dal bilancio di previsione 2020 del Comune di Napoli, quest'anno arrivato in ritardo a causa della proroga concessa dal Governo agli enti locali per il Coronavirus. Il documento contabile 2020 prevede nuove e maggiori spese per fronteggiare l’emergenza COVID-19, sia finanziate dal bilancio comunale, sia coperte da trasferimenti ad hoc. Il Comune di Napoli ha messo di suo circa 1 milione di euro, ricavati dallo slittamento del pagamento delle rate dei mutui concessi da Cassa Depositi e Prestiti, trasferiti al Ministero dell'Economia e delle Finanze, o da fondi propri.

Cuore di Napoli, un milione di euro tra donazioni e fondi comunali

Tra le spese finanziate dal Comune c'è l’istituzione del fondo di solidarietà alimentare “Cuore di Napoli” di 1 milione di euro, ad integrazione di quello nazionale stanziato dalla Protezione Civile di 7,6 milioni. Il fondo comunale è stato coperto per 540mila euro con i risparmi e per il resto (458mila euro) con fondi comunali. A questi fondi si sono aggiunte le donazioni dei privati sul conto corrente istituito per l'emergenza per 92mila euro. Altri 80mila euro, infine, sono arrivati dal fondo Anci, Asi e Unicef “Insieme per fermare il Covid” per il sostegno alle famiglie bisognose. A questi si aggiungono 7,6 milioni finanziati dalla Protezione Civile nazionale per i pacchi alimentari a Napoli. Per le famiglie bisognose, poi, va incluso anche il contributo all'affitto Covid19 fino a 750 euro, per 2,5 milioni, finanziato dalla Regione Campania.

Comune-Università: accordo da 80mila euro per i test sierologici

Tra le altre iniziative del Comune di Napoli per fronteggiare l'emergenza Covid19 c'è lo studio sui test sierologici sulla popolazione napoletana in collaborazione con l'Università Federico II e Vanvitelli per il progetto di ricerca di sorveglianza e controllo contro infezione Coronavirus nella città di Napoli, con un budget di 80mila euro coperto con i risparmi dei mutui Mef. La gestione del Padiglione 6 della Mostra d'Oltremare per la raccolta dei beni alimentari da destinare ai bisognosi è costato 50mila euro. Mentre le convenzioni per gli alloggi offerti dal Comune a medici, infermieri e operatori socio-sanitari che venivano a Napoli come volontari per lavorare nell'emergenza sanitaria sono costati 161 mila euro. Altri 8mila euro per l'allestimento di un locale comunale per l'accoglienza di persone LGBTQI e 40mila euro per i contratti per alloggi da destinare a donne sole e con figli vittime di violenza e persone LGBTQI. Mentre i rimborsi per eventi annullati a causa emergenza sanitaria covid19 sono costati 7mila euro. Altri 50mila euro sono stati messi a disposizione dall'Autorità Portuale di Napoli al Comune per la gestione delle spiagge pubbliche.

La replica dell'assessore Menna

In merito all’articolo pubblicato da Fanpage.it l’Assessore Lucia Francesca Menna precisa che:

I dati raccolti nello studio di cui si fa riferimento vengono poi elaborati dal tavolo interistituzionale a mero titolo gratuito nell’ambito del rapporto di collaborazione tra enti pubblici.

Gli €80.000,00 citati, come si legge nella Delibera n. 125 del 30.04.2020, sono prelevati dal Fondo di riserva per la compartecipazione alla spesa degli atenei ed inoltre si stabilisce che la spesa deve essere utilizzata per il finanziamento di interventi utili a far fronte all'emergenza COVID-19 e pertanto non di certo ci si trova di fronte ad un aggravio sulle casse comunali. Le spese sono destinate ad una ricerca finalizzata agli screening sierologici anti Coronavirus di un campione rappresentativo della popolazione napoletana che vede l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” quale capofila del progetto di ricerca.

Inoltre, si evidenzia che la summenzionata somma viene così ripartita tra gli enti convolti:
– Federico II – 26.000,00
– Luigi Vanvitelli – Statistica Medica 22.000,00
– Luigi Vanvitelli – Malattie Infettive 32.000,00

Coronavirus e scuole, investiti 3,2 milioni

Un grosso investimento è stato necessario per preparare le scuole di Napoli alla riapertura nell'anno scolastico 2020-21. Ben 2,5 milioni di euro sono stati spesi per l'adeguamento delle aule e degli spazi, l'acquisto di mobili, banchi, cattedre e altri arredi necessari a mantenere il distanziamento. Fondi Pon-Feesr 2014-2020 per la scuola del Miur. A questi si aggiungono altri 606mila euro per l'affitto di locali o il noleggio dei prefabbricati per quelle scuole che avevano bisogno di spazi, anche questo finanziato dal Governo. Infine, 122mila euro per interventi sulle aree verdi di pertinenza dei plessi scolastici.

Mascherine e sanificazioni al Comune

Sanificare, anche più volte, tutte le sedi del Comune di Napoli è costato oltre mezzo milione di euro. Mentre l'acquisto di mascherine, guanti, tute, visiere e altri Dpi è costato 830mila euro circa. L'impegno straordinario della Polizia Municipale, sempre in strada, anche durante il lockdown, per garantire la sicurezza di tutti i cittadini ha comportato un costo aggiuntivo di oltre un milione di euro: 997mila euro come indennità per l'ordine pubblico, finanziati dal Ministero dell'Interno, e altri 115mila euro di straordinari e per l'acquisto di Dpi.

Mancati incassi per Coronavirus a Napoli

Sull'altro piatto della bilancia ci sono poi i mancati incassi e le perdite dovuti al Coronavirus, per i quali il Governo ha previsto delle compensazioni. La tassa di soggiorno è stata la più colpita. E in bilancio ci sono 7,5 milioni di euro di ristoro. Per il Cosap, il canone di occupazione suolo pubblico che pagano i locali commerciali per installare tavolini e verande, ci sono ristori per 1,3 milioni. Sull'Imu settore turistico altri 1,4 milioni. Mentre gli sgravi sulla Tari deliberati dall'Arera ammontano a 11 milioni di euro. Tra i trasferimenti per le minori entrate si contano alrti 56,7 milioni per il fondo delle funzioni fondamentali.

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