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“IoCiSto, libreria indipendente nata da un post sui social, ha ridato vita alla lettura al Vomero”

Il viaggio di Fanpage nelle librerie napoletane inizia da Alberto Della Sala, di “IoCiSto” al Vomero.
A cura di Vincenzo Cimmino
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Alberto Della Sala
Alberto Della Sala, libraio di "IoCiSto"

"Siamo nati da un post su Facebook quasi 11 anni fa. Abbiamo pensato, se non ci sono più librerie, perché non ne apriamo una noi? E il quartiere ha risposto veramente molto bene. All'inaugurazione c'erano più di 2mila persone". A ricordare gli inizi di IoCiSto, prima libreria aperta unicamente dai lettori, è il libraio Alberto Della Sala. Da più di dieci anni la loro è una delle realtà più vive nel panorama culturale napoletano. A Fanpage, Della Sala ha spiegato cosa significhi essere nati da un social e quali sfide vengano affrontate quotidianamente. Inizia così il viaggio di Fanpage tra librai e librerie di Napoli.

Della Sala, perché nasce IoCiSto?

"Noi nasciamo quasi 11 anni fa per rispondere a una esigenza. Nel Vomero, il quartiere a più alta densità di lettori della città di Napoli, erano sparire tutte le librerie. Avevano deciso di chiudere per diversi motivi, per lo più economici. Per noi era uno schiaffo difficile da digerire e allora ci fu uno sfogo, un post, anche un po' velleitario, su Facebook. Abbiamo pensato, se non ci sono più librerie, perché non ne apriamo una noi? C'è stato un fiume di risposte, e non solo da parte del quartiere. Quel mare di risposte divennero ‘io ci sto', ‘io ci sto' a partecipare, a metterci la quota".

E di strada ne è stata fatta.

"All'inaugurazione c'erano più di 2mila persone. Un successo inaspettato. Apriamo ogni giorno grazie soprattutto al lavoro dei soci, dello staff. Siamo diventati una realtà importante con dei numeri incredibili. Facciamo, in media, più di 200 eventi all'anno. Questo senza dimenticare che abbiamo anche spianato la strada alla nascita di nuove librerie indipendenti".

E di sfide affrontate? 

"Quelle ce ne sono state e ce ne sono ancora molte. La maggiore, però, dipendono dalla distribuzione online. Sono con Amazon, diciamolo. Amazon gode di una logistica incredibile che permette di consegnare i libri a domicilio in 1, 2 giorni dopo l'acquisto. Noi, se li ordiamo, spesso siamo costretti ad aspettare anche una settimana. Però il nostro pubblico di riferimento comprende la situazione, è disposto a spegnere il computer e a uscire fuori di casa. Il nostro tentativo è anche quello di aumentare questa fidelizzazione con testi ricercati. Poi di altri problemi ce ne sono, anche relativi alla zona del Vomero, un centro commerciale importante vittima del traffico e dei problemi connessi alla movida. Qui vengono in tanti anche solo a mangiare".

Il cibo. IoCiSto non teme la concorrenza delle risto-librerie?

"Proprio prima di questa chiacchierata ho fatto creare dall'intelligenza artificiale una vignetta sul tema. Io, che sono libraio da qualcosa come 50 anni, sono del parere che siano cose differenti. Sono nato nel mondo dei libri e delle librerie fisiche, dove non esisteva ancora il computer. Ho una visione abbastanza tradizionale, forse legata alla libreria fisica dove si vendono libri e basta. Certo, ci sono imprenditori che vogliono investire in questo senso, facendo questa scelta. I costi per tenere una libreria che non sia di catena sono alti. Bisogna però capire se si tratta di attività commerciali che affianchino i libri o librerie che affianchino altre attività commerciali. Se il libro è l'attività principale, il core business, allora sì, siamo d'accordo. Altrimenti, se servono soltanto da richiamo per le allodole rispetto ad altre attività commerciali per nobilitarle, io credo che nessuna cosa abbia bisogno di essere nobilitata. Resto del parere che i libri debbano essere venduti in libreria, così come le scarpe nei negozi di calzature".

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