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Covid 19

L’infettivologo Faella: “I vaccini fermano le varianti. E su Covid il Governo ha sbagliato la comunicazione”

La diffusione delle teorie No-Vax è anche colpa delle Istituzioni, che dall’inizio hanno sbagliato comunicazione. Lo sostiene, intervistato da Fanpage.it, Francesco Faella, primario emerito del Cotugno e tra gli infettivologi più esperti d’Italia. Che fa anche il punto sulla bufala del “siero sperimentale”, della diffusione delle varianti e sull’aumento di ricoveri.
Intervista a Prof. Francesco Saverio Faella
Infettivologo, primario emerito dell'Ospedale Cotugno di Napoli
A cura di Nico Falco
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Il dottor Francesco Faella è uno degli infettivologi più esperti d'Italia. Per decenni primario dell'ospedale Cotugno di Napoli, tra i punti di riferimento nazionali per le malattie infettive, dove dirigeva il Dipartimento Infettivologico, era già in prima linea quando in città scoppiò l'epidemia di Colera. E, con l'arrivo della pandemia Covid-19, già in pensione da 5 anni, è stato "richiamato in servizio" per coordinare l'allestimento degli ospedali e come consulente dell'Asl Napoli 1. Attualmente non ricopre incarichi. Intervistato da Fanpage.it, spiega perché tante persone diffidano delle vaccinazioni, il suo punto di vista sul green pass e come nasce una variante.

Dottor Faella, molte persone scelgono di non affidarsi ai medici o alla comunicazione istituzionale, preferendo i cosiddetti canali alternativi. Perché la gente ha smesso di fidarsi?

Dobbiamo dire che con questa pandemia la comunicazione è stata completamente sbagliata, a partire dai livelli ministeriali. C'è stato un errore di comunicazione enorme dal principio, e probabilmente si continua così, che ha riguardato tutti i Governi e lo stesso ministero della Sanità. Avrebbero dovuto essere più chiari e anche avere il coraggio di dire "non lo sappiamo".

Per esempio, dicono che il green pass durerà 9 mesi, perché dopo questo tempo si ritiene che il vaccinato non abbia più anticorpi. Ma chi l'ha detto, questo? Bisogna studiare il comportamento degli anticorpi, si deve aspettare e vedere effettivamente dopo quanto tempo non ci sono più. Le case farmaceutiche dicono che ci sarà bisogno di una ulteriore dose, ed è chiaro che lo sostengono perché ci guadagnano, ma in realtà non sappiamo se sarà realmente necessaria.

È chiaro che, essendoci già persone che hanno idee sbagliate sui vaccini, con queste affermazioni che potrebbero rivelarsi errate poi ci troviamo nella situazione odierna. C'è una sfiducia completa nei confronti delle Istituzioni. Oggi come oggi nessuno crede più a nessuno. La responsabilità non è tutta della gente, è anche della comunicazione che è stata fatta.

Protesta no green pass a Napoli
Protesta no green pass a Napoli

Ha citato il green pass, oggetto di forti polemiche e proteste in questi giorni. Lei è favorevole a questo provvedimento del Governo?

Assolutamente favorevole. È un incentivo per far capire che bisogna convincere la gente a vaccinarsi. Poiché dal punto di vista legale non si capisce se è fattibile o meno l'obbligatorietà, almeno si fa il green pass. La gente deve capire che si deve andare in questa direzione.

Eppure nel 1973, quando ci fu l'epidemia di colera a Napoli, non fu per niente difficile convincere le persone a vaccinarsi, anzi. Cosa è cambiato da allora?

Il colera aveva una connotazione storica, era noto e aveva una sintomatologia ben conosciuta dalla gente. Anche allora ci furono errori di comunicazione, non furono ben chiarite le raccomandazioni essenziali: sarebbe bastato lavarsi le mani, bere acqua imbottigliata e mangiare alimenti cotti e la malattia sarebbe scomparsa anche senza vaccino. Però il colera era temuto tantissimo, per questo la gente correva, faceva la fila, litigava per farsi vaccinare prima.

Spesso, tra le critiche, si sente parlare di "siero sperimentale", di un farmaco non sperimentato e quindi potenzialmente pericoloso. Cosa c'è di vero in queste affermazioni?

È sbagliato parlare dei vaccini come sieri sperimentali. La messa in commercio di un vaccino prevede dei determinati gradini di sperimentazione. Sono stati tutti soddisfatti, la differenza è che l'ultima sperimentazione è avvenuta sul campo. E un vaccino non ha nulla a che vedere con un siero, sono cose diverse.

In questi giorni stiamo assistendo ad un nuovo aumento di ricoveri, per lo più dovuti alle varianti. Sta funzionando la copertura fornita dal vaccino?

In Inghilterra il 60% dei nuovi ricoverati è costituito da pazienti non vaccinati. Il problema però è che, di conseguenza, il 40% sono persone vaccinate. Anche se, è chiaro, i vaccinati che contraggono l'infezione non sviluppano la malattia in forma grave. Quando parliamo di vaccini dobbiamo tenere in considerazione che non rispondono tutti i pazienti ma solo una percentuale. Chi non risponde al farmaco resta scoperto, come se non fosse stato vaccinato. Questo, però, nessuno l'ha mai nascosto.

L'aumento di contagi è da osservare con attenzione. I nuovi colpiti vanno qualificati bene, capire chi sono, se sono vaccinati o meno, se sono colpiti da varianti… finché ci sono pazienti scoperti e attaccabili le varianti ci saranno sempre. In ogni caso, non penso che ci sarà un nuovo lockdown. Primo perché non credo che i numeri dei contagi diventino così elevati da giustificarlo, poi perché economicamente non possiamo più permettercelo.

Come si sviluppa una variante di un virus?

Il virus attacca una persona, si moltiplica per diffondersi e fa degli errori di replicazione creando una mutazione. Estendere rapidamente la vaccinazione fa sì che non ci siano pazienti ammalati e quindi che il virus non si replichi. Dobbiamo evitare di creare questi focolai di replicazione continua che portano alle mutazioni. La vaccinazione non è la causa delle varianti, è chiaramente il contrario.

Nei vaccinati il virus o non si replica o, se un vaccinato diventa portatore, ha delle repliche modestissime. La variante nasce proprio nei pazienti attaccabili. Il Sars-Cov-2 è un virus a Rna che non ha fattori di correzione. Immaginiamo una fabbrica di automobili senza il controllo qualità: è come se uscisse fuori un veicolo rosso, un altro verde, un altro ancora di un colore diverso… noi dobbiamo stare molto attenti a queste mutazioni, specie quelle che riguardano la proteina Spike.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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