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Incendio Venere degli Stracci, Simone Isaia in carcere: era evaso dai domiciliari

Il clochard 32enne condannato per la distruzione dell’opera di Pistoletto rinchiuso in un carcere a Roma; gli inquirenti avevano presentato istanza motivata dal pericolo di fuga.
A cura di Nico Falco
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L'incendio alla "Venere degli stracci" dello scorso luglio
L'incendio alla "Venere degli stracci" dello scorso luglio

É stato accompagnato in carcere Simone Isaia, il clochard 32enne condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per l'incendio della Venere degli Stracci in piazza Municipio, nel centro di Napoli: già sottoposto agli arresti domiciliari, non era rientrato nell'abitazione dopo un permesso e la Procura di Napoli ha chiesto, e ottenuto, l'aggravamento della misura cautelare.

Il giovane, che soffrirebbe anche di disagi psichici, è ritenuto il responsabile della distruzione dell'opera di Michelangelo Pistoletto, a cui avrebbe dato fuoco alle prime ore dello scorso 12 luglio. La sentenza aveva generato vibranti polemiche da parte di chi riteneva la pena troppo alta e chiedeva, viste le condizioni mentali del 32enne, che fosse ricoverato in una struttura sanitaria e seguito adeguatamente invece che recluso in carcere.

Dopo la condanna il suo avvocato, Carla Maruzzelli, aveva chiesto l'attenuazione della misura cautelare ma l'istanza era stata rigettata dal gip, che aveva invece confermato gli arresti domiciliari; da alcuni giorni, però, Isaia non risultava più presente nella casa individuata per la misura.

Gli inquirenti (sostituto procuratore Federica D'Amodio, del Gruppo Beni culturali coordinato dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli) avevano quindi presentato la richiesta di aggravamento, motivata dal pericolo di fuga. L'avvocato Maruzzelli ha annunciato che presenterà una nuova istanza contro l'aggravamento della misura cautelare in quanto convinta che il suo assistito sia assolutamente estraneo al reato per cui è stato condannato. Attualmente Isaia si trova in un carcere a Roma.

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