“In Campania vaccinazioni anti-Covid ferme”, parla Tommasielli dell’Unità di Crisi
“La campagna vaccinale anti-Covid19, dopo essere arrivata alla metà della platea in Campania, sta avendo una battuta d'arresto a causa degli ultimi avvenimenti. I fattori concomitanti sono diversi e sicuramente l’episodio Camilla non ha dato serenità. Ci sono eccessive notizie discordanti, le vacanze che frenano l’adesione alla seconda dose, la paura derivante dalle tipologie di vaccino. Bisogna fare questa opera di ricucitura e riottenere la fiducia delle persone”. Non nasconde la preoccupazione Pina Tommasielli, medico di base e referente per la medicina territoriale dell'Unità di Crisi per l'emergenza Coronavirus in Campania, intervenuta a Teleclubitalia. “Abbiamo pagato un grande tributo – spiega Tommasielli – ma ora ne siamo fuori e siamo contenti per questo. Ma le morti non devono farci dimenticare quali sono le precauzioni da adottare”.
“Obbligo di mascherina in Campania, ha ragione De Luca”
La responsabile dell'Unità di Crisi condivide le preoccupazioni del governatore Vincenzo De Luca sul rischio contagi e quindi sulla necessità di mantenere ancora in Campania l'obbligo di mascherina anche all'aperto. “È un atteggiamento prudenziale – commenta Tommasielli – da tenere in conto, perché abbiamo una densità demografica alta, viviamo in stretto contatto con gli altri e alla luce delle notizie che arrivano sulla variante Delta, è ancora prudente l’utilizzo della mascherina per un po' di tempo. È chiaro che rappresenta l’ultimo baluardo contro la diffusione della variante, perché a volte è difficile se non impossibile mantenere il distanziamento”.
L'appello: “Vaccinatevi”
“In Campania – conclude Tommasielli – c’è circa un 30% di persone over 70 o 80 ancora non vaccinate. Noi medici di famiglia siamo mobilitati per spiegare, per trattare e per somministrare il vaccino a chi deve farlo. Inoltre, dobbiamo dare serenità in quanto siamo mobilitati a vaccinare anche a domicilio. Ci si deve solo affidare alla medicina, e noi ci mettiamo il nostro impegno. Gli hub hanno fatto un grande lavoro impossibile da parte dei medici di base, perché abbiamo dovuto fare una vaccinazione di massa. Oggi però siamo in un punto in cui dobbiamo passare dalla vaccinazione quantitativa ad una vaccinazione qualitativa. Dunque, è necessario che la vaccinazione ritorni ad essere fatta dal medico di base, che può controllare meglio eventuali problematiche. I medici di base instaurano un rapporto di fiducia col paziente, e quindi possono sicuramente rassicurare meglio chi è titubante”.