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In Campania sonde intelligenti a mare per salvare gli allevamenti di cozze: invenzione dell’Istituto Zooprofilattico

Parte il progetto dell’Acquacoltura di precisione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno per gli allevamenti di mitili della Campania.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Una sonda dell'IZSM (a sinistra). Mitili da allevamento (a destra)
Una sonda dell'IZSM (a sinistra). Mitili da allevamento (a destra)

Nel mare della Campania arrivano le sonde intelligenti per salvare gli allevamenti dei mitili locali, come cozze e vongole. Si tratta dei pregiati "frutti di mare" allevati lungo le coste campane, alla base di famosi piatti della cucina napoletana, come gli spaghetti o l'impepata di cozze, sauté e quant'altro. Il progetto dell'"Acquacoltura di precisione 4.0" è stato realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM) con il supporto della Regione Campania attraverso il Programma Operativo FEAMP 2014-2020. Il risultato sono le nuove sonde di ultimissima generazione, dotate di sensori in grado di monitorare tutti i parametri utili agli allevatori, ma anche al controllo ufficiale dell'Asl.

Il progetto innovativo “Acquacoltura di precisione” unisce tecnologia avanzata, sostenibilità ambientale e gestione intelligente delle risorse marine. L’iniziativa, portata avanti dalla U.O.S. Ittiopatologia dell’IZSM, diretta dal dottor Fabio Di Nocera, vede il costante impegno del dottor Gianluigi Paduano e di tutto lo staff tecnico-scientifico nell’applicazione di strumenti tecnologici per migliorare la gestione degli allevamenti ittici, specialmente quelli dedicati alla mitilicoltura, come l’allevamento di cozze.

Come funziona l'acquacoltura di precisione 4.0

Il progetto si basa su un concetto ormai diffuso anche nell’agricoltura e nella zootecnia: l’utilizzo di grandi quantità di dati raccolti in tempo reale per prendere decisioni più precise, rapide ed efficaci. In questo caso, sonde multiparametriche installate nelle aree marine monitorano costantemente parametri chimico-fisici come temperatura, salinità, ossigeno disciolto e presenza di eventuali inquinanti, a diverse profondità. Questi dati vengono incrociati con le informazioni gestionali degli allevamenti (come la densità degli animali o le operazioni di raccolta) per fornire agli operatori un quadro completo e aggiornato sulle condizioni dell’ambiente marino e sulla salute delle specie allevate.

Esterina De Carlo, direttore sanitario dell’IZSM, sottolinea il valore scientifico e pratico dell’iniziativa:

“Quanto stiamo sperimentando, con il supporto della Regione Campania, avvalora un principio in cui abbiamo sempre creduto, ossia la scienza applicata che spesso sfocia anche nella formulazione e diffusione di strumenti tecnologici di uso quotidiano a sostegno dell’economia territoriale. È un classico esempio di ricerca a servizio delle imprese.”

Le sonde multi-parametriche riducono la mortalità delle cozze

Ma il vero obiettivo del progetto non è solo migliorare la produttività: è creare un modello sostenibile e riproducibile, capace di essere adottato da altri allevamenti e settori agricoli della regione. Grazie all’uso dei GIS, infatti, è possibile tracciare mappe di rischio, anticipare eventi critici come fioriture algali o aumenti improvvisi di mortalità e attivare interventi tempestivi.

Un esempio pratico? Se si registra un calo improvviso dell’ossigeno disciolto in acqua, il sistema avvisa immediatamente l’allevatore, permettendogli di intervenire prima che si verifichino danni alle colture. Non solo: i dati raccolti sono utilizzabili anche per analisi epidemiologiche e per valutare l’impatto ambientale delle attività produttive.

Una sonda dell'IZSM
Una sonda dell'IZSM

La realizzazione del progetto ha visto la collaborazione di diverse aziende che hanno fornito il supporto tecnologico per la gestione delle sonde e per l’installazione e manutenzione subacquea. Fondamentale è stato anche il coinvolgimento diretto dei produttori, attraverso il Consorzio Produzione Molluschi Regione Campania e il Consorzio Mytilus Campaniae, che hanno partecipato attivamente alla sperimentazione.

"I primi risultati – spiega l'IZSM – confermano le aspettative: i dati raccolti stanno già aiutando gli allevatori a prendere decisioni più informate, ottimizzando la gestione quotidiana e migliorando la qualità del prodotto finale. Ma soprattutto, il progetto dimostra che è possibile conciliare crescita economica e tutela ambientale , un binomio sempre più cruciale per il futuro del settore ittico. Con questa iniziativa, la Campania si posiziona all’avanguardia in Italia nell’applicazione di tecnologie 4.0 al mare, aprendo la strada a nuove opportunità per il comparto agroalimentare regionale e ponendo le basi per un’acquacoltura davvero sostenibile.

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