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Antonio Morione, ucciso da rapinatori a Boscoreale

Il pescivendolo Antonio Morione ucciso a Natale per difendere la figlia: condannati i rapinatori

Quattro condanne per la morte del pescivendolo Antonio Morione, ucciso il 23 dicembre 2021, durante una rapina alla sua pescheria a Boscoreale.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Antonio Morione, il pescivendolo ucciso a Boscoreale.
Antonio Morione, il pescivendolo ucciso a Boscoreale
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Condannati i rapinatori che la sera dell'antivigilia di Natale di 4 anni fa, il 23 dicembre 2021, spararono e uccisero il pescivendolo Antonio Morione, durante un tentativo di rapina alla sua pescheria "I Delfini" a Boscoreale, in provincia di Napoli. Morione, 41 anni, reagì quando uno dei rapinatori puntò la pistola contro la figlia e provò a distrarli, ma fu centrato da un proiettile alla testa esploso durante la fuga della banda.

La Corte di Assise di Napoli con sentenza di oggi, mercoledì 10 dicembre, ha emesso quattro condanne per l'omicidio: ergastolo per Giuseppe Vangone, 30 anni, per Luigi Di Napoli e Angelo Palumbo e 20 anni per Francesco Acunzo. La Procura di Torre Annunziata, con i pm Andreana Ambrosino e Giuliana Moccia, lo scorso 5 novembre, aveva chiesto l'ergastolo per i quattro rapinatori imputati.

Quella sera dell'antivigilia di Natale, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la banda assaltò prima la pescheria "La Rosa dei Venti", del fratello della vittima, per poi dirigersi verso I Delfini, dove stava lavorando Antonio. Era il 23 dicembre, in pieno periodo natalizio, quando le pescherie sono molto frequentate dai clienti per il cenone di Natale. I rapinatori provarono a derubare anche il negozio di Antonio, ma furono messi in fuga.

Il video che incastra i rapinatori

In un video acquisito agli atti dell'inchiesta si vedono gli attimi del delitto: uno dei rapinatori, all'esterno del negozio, spara contro Morione che per bloccare la fuga dei rapinatori era uscito dalla pescheria per squarciare un pneumatico della vettura usata per mettere a segno il colpo. A sparare sarebbe stato Giuseppe Vangone, pregiudicato legato al clan Limelli-Vangone, e a passargli la pistola Luigi Di Napoli, già condannato per il tentato omicidio del suo avvocato. Gli altri due imputati Angelo Palumbo e Francesco Acunzo sono accusati di avere preso parte all'organizzazione delle rapine ai fratelli Morione.

L'avvocato dei familiari della vittima

L'avvocato Giuseppe De Luca, che assiste la famiglia Morione, ha spiegato che "la famiglia sperava di ottenere quattro ergastoli, tuttavia è soddisfatta: ho sempre detto che bisogna affidarsi alla Giustizia e che tutto quello che decide il tribunale è ovviamente al di là di ogni ragionevole dubbio. Attendiamo le motivazioni per comprendere quale sono le ragioni giuridiche poste a fondamento dell'esclusione dell'aggravante e attendiamo che la sentenza passi in giudicato. Fino a quando il grado di legittimità che cristallizza la decisione non possiamo mai sapere se c'è un responsabile definitivo. La famiglia comunque è soddisfatta ed ha affrontato il processo con una dignità che evidenzia il loro rispetto verso la Giustizia".

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