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Il capo del clan di Scampia tradito dall’affetto per il suo bull terrier

Hanno riconosciuto il suo bull terrier, e dopo pochi giorni lo hanno trovato: è finita così la latitanza di Francesco Abbinante, sparito da gennaio.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Hanno riconosciuto il suo cane e, seguendolo, sono riusciti a trovare il posto dove si nascondeva: così Francesco Abbinante, 25 anni, considerato il reggente dell'omonima famiglia un tempo affilata al clan Di Lauro e già protagonista di violente faide, latitante dallo scorso 9 gennaio, è stato arrestato in una villetta a Castel Volturno. Un destino comune a quello di altri latitanti, traditi spesso da un dettaglio all'apparenza insignificante.

I carabinieri il suo bull terrier lo conoscevano bene: e così quando durante il pattugliamento di Castel Volturno lo hanno visto, non hanno avuto dubbi, Francesco Abbinante era proprio da quelle parti. E così hanno stretto il cerchio attorno alla zona, in particolare intorno alla villetta dove era stato avvistato il cagnolino. Per molti giorni, non ci sono stati segnali di presenza. Fin quando, ieri pomeriggio, una persona vi si è affacciata: era proprio Francesco Abbinante. In pochi istanti, i carabinieri hanno fatto irruzione e lo hanno arrestato, ed è ora nel carcere di Secondigliano.

Una sorte che capitò anche a Luigi Cacciapuoti lo scorso 25 agosto, quando venne "tradito" anche lui da un cagnolino, quello di un'amica a cui era legato. La presenza del barboncino, affacciato ad una finestra, fece capire agli inquirenti che Cacciapuoti si nascondesse proprio là. E prima di lui era toccato ad un altro Francesco Abbinante, 31 anni, arrestato nel 2006: parente dell'arrestato di oggi, si nascondeva in una abitazione dove i carabinieri arrivarono seguendo un fattorino delle pizze, che ne avrebbe dovuto consegnare ben nove. Lo trovarono nascosto nel doppio fondo di un divano in via Fava, a Marano.

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