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Ha una crisi respiratoria, ma il Pronto Soccorso è chiuso: bimba di 3 mesi morta nel Napoletano

È accaduto a Boscotrecase: il Pronto Soccorso del locale ospedale è ormai chiuso e la neonata è stata respinta, perdendo tragicamente la vita. Aperta una inchiesta sulla vicenda.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Una vicenda tragica, quella che arriva dalla provincia di Napoli e che accende nuovamente i riflettori sul sistema sanitario in Campania. Una bimba di soli tre mesi è morta, durante queste festività natalizie in corso, dopo essere stata colpita da una crisi respiratoria: la piccola è stata portata dal papà all'ospedale di Boscotrecase, dove però il Pronto Soccorso è chiuso da oltre tre anni; la bimba è stata dunque respinta. Quando la neonata è riuscita ad arrivare all'ospedale di Castellammare, purtroppo, era già troppo tardi: la piccola è deceduta, nonostante gli sforzi dei medici di salvarle la vita.

Dopo la morte della bambina, la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha aperto una inchiesta per fare piena luce sulla vicenda: i magistrati vogliono stabilire se ci siano stati effettivamente ritardi nel soccorrere la neonata e se sia stata fatto tutto il possibile per salvarle la vita.

A raccontare la vicenda è stata anche il senatore del Movimento 5 Stelle Orfeo Mazzella che, come già era accaduto in passato, ha presentato una interrogazione al ministro della Salute affinché si possa riaprire il Pronto Soccorso dell'ospedale di Boscotrecase, chiuso nel 2020, con l'avvento della pandemia di Covid-19. Mazzella scrive:

Ora basta! Un papà disperato porta la sua piccolina al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Boscotrecase ma è chiuso. Sì, è ancora maledettamente chiuso. Io non ho nulla da festeggiare dopo la notizia della morte della bambina di Torre Annunziata che muore a causa di questa tragedia annunciata. L’ospedale S.Anna e Maria S.S della Neve è diventato un set televisivo per una nota fiction televisiva ma non ha aperto le porte del P.S. Ho presentato non una ma due interrogazioni al Ministro della Salute. L’ultima pochi giorni fa, proprio perché ero consapevole della gravità della situazione. Basta! Era già troppo tardi ieri, oggi è il tempo delle risposte immediate

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