Giovanni Marchionni morto sullo yacht: monossido di carbonio escluso da nuova perizia

Ad uccidere Giovanni Marchionni, il 21enne di Bacoli (Napoli) trovato senza vita su uno yacht in Costa Smeralda, non sarebbe stato il monossido di carbonio: una seconda perizia ha escluso la presenza di tracce del gas. I nuovi test sull'imbarcazione, effettuati alla fine della scorsa settimana, sono durati 12 ore e ribaltano il dato di quelli precedenti, quando era stato invece rilevato del monossido di carbonio: si è trattato di un falso positivo; tracce del gas non erano emerse nemmeno durante l'autopsia.
Sulla vicenda la Procura di Tempio Pausania indaga per omicidio colposo, al momento senza indagati. Nel corso degli accertamenti i periti hanno cercato anche tracce di acido solfidrico che, a differenza del monossido di carbonio, che è incolore e inodore, sarebbe compatibile con la puzza di cui avevano parlato alcuni testimoni: alcune tracce sono state trovate in una batteria aperta ma non nell'ambienta circostante. È stato infine disposto il campionamento dell'aria; la relazione finale dovrà essere presentata entro 90 giorni.
Il giovane skipper di Bacoli era stato trovato senza vita sull'imbarcazione, ormeggiata a Portisco, in Sardegna, l'8 agosto scorso; l'ipotesi era che fosse stato ucciso da gas velenosi che avrebbero saturato il locale in cui dormiva, ma la nuova perizia pare smentire questa teoria. Secondo i familiari, sostenuti anche dal sindaco di Bacoli, Josi Gerardo della Ragione, non si trovava lì in vacanza e nemmeno come ospite, come da voce inizialmente circolata, ma era al lavoro; su questo aspetto l'Inail ha aperto una indagine, al fine di appurare il motivo per cui fosse sullo yacht e se fosse inquadrato lavorativamente.