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Giovane mamma sequestrata col figlio e costretta a prostituirsi, 3 misure cautelari nel Casertano

La Polizia ha fermato 3 persone per sfruttamento della prostituzione nel Casertano: una delle vittime, riuscita a scappare, era stata sequestrata col figlio minorenne.
A cura di Nico Falco
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Avevano obbligato una giovane e un'altra ragazza a prostituirsi e, quando la ragazza era riuscita a scappare, l'avevano sequestrata insieme al figlio minorenne per costringerla a tornare a incontrare i clienti. È uno dei particolari che emerge dall'indagine che ha portato in carcere due persone e all'obbligo di dimora per una terza, vittima ma anche responsabile di concorso nello sfruttamento di altre giovani. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura sammaritana, e sono stati eseguiti dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli e da quelli del commissariato Viminale di Roma.

A 21 anni costretta a prostituirsi incinta e subito dopo il parto

Destinatari di misura in carcere G. N. D., 28 anni, e D. C., 36 anni, quest'ultimo arrestato anche per furto di rame commesso in provincia di Caserta; per loro è stata disposta la reclusione "in considerazione della pericolosità manifestata dagli indagati ed il pericolo di fuga". Per la terza destinataria, R. A. M., 21 anni, il gip ha disposto l'obbligo di dimora. I tre sono ritenuti responsabili di favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione ed estorsione ai danni di giovani donne romene, condotte pluriaggravate.

Dalle indagini è emerso che la 21enne, ritenuta responsabile di concorso nello sfruttamento della prostituzione di altre due giovani ragazze, era anche vittima: era stata costretta a prostituirsi durante la gravidanza e subito dopo il parto, quando, appena dimessa dall'ospedale, per incontrare nuovamente i clienti aveva dovuto affidare il neonato al figlio di uno degli altri due che aveva appena 10 anni.

Ragazze ridotte in schiavitù e "vendute" sui siti d'incontri, due misure in carcere

Le indagini erano partite ad agosto, quando una giovane romena si era rivolta alle forze dell'ordine per chiedere aiuto. Aveva raccontato l'incubo in cui era piombata, tenuta in schiavitù da due connazionali. Erano loro che gestivano ogni particolare e anche la sua vita: la costringevano a prostituirsi, trovavano i clienti tramite annunci su siti di incontri, imponevano le tariffe da applicare e i tempi di ricezione e affittavano gli appartamenti. E incassavano il denaro, che veniva usato per la manutenzione dei veicoli utilizzati, per gli affitti e in minima parte lasciato a lei e altre giovani che erano sotto il loro giogo. La ragazza ha raccontato di essere riuscita a scappare, ma la sua fuga era durata poco: era stata sequestrata insieme al figlio minorenne e obbligata a tornare a prostituirsi.

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