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Giornata della Memoria, medaglia d’onore al ministro Costa: il padre fu deportato

Oggi, in occasione della Giornata della Memoria, nella Prefettura di Napoli è stata consegnata la medaglia d’onore alla memoria ai familiari di 32 vittime del nazifascismo; a ricevere l’onorificenza anche il ministro Sergio Costa, che l’ha ritirata per il padre Nicola: deportato quando aveva 18 anni, fu per quasi due anni prigioniero in un campo di lavoro prima di riuscire a scappare.
A cura di Nico Falco
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Tra i familiari delle vittime del nazifascismo insignite oggi a Napoli della medaglia d'onore alla memoria c'era anche il ministro Sergio Costa: il padre, Nicola, fu deportato nel 1943, quando aveva 18 anni, e fu tenuto prigioniero per quasi due anni in un campo di lavoro della Bassa Sassonia vicino a un campo di sterminio. A raccontare la sua storia è stato il Ministro, durante la cerimonia: il padre, ha spiegato, riuscì a scappare dal lager nell'aprile del 1945 insieme ad altri internati e riuscì, a piedi o con mezzi di fortuna, a tornare a Napoli; è deceduto circa 15 anni fa.

"Mio padre – ha raccontato Sergio Costa, durante la cerimonia della consegna officiata dal prefetto di Napoli, Marco Valentini – non parlava mai di quello che era successo, ma aveva redatto un diario che la mia famiglia custodisce gelosamente a casa. In quelle pagine sono raccontati questi quasi due anni di prigionia, le violenze, l'aggressività, la mancanza d'amore dei carcerieri. Ma anche la solidarietà tra chi era internato nei lager: mentre lavorava nel campo papà si ruppe una gamba, ma grazie all'aiuto dei suoi compagni riuscì a evitare di essere ucciso. Quel diario è il ricordo vivo di papà che ci dice che non deve accadere mai più. La memoria è bellezza, va coltivata continuamente o c'è il rischio che qualcuno dimentichi quelle sofferenze, sofferenze vere che io ho sentito dai racconti di papà. Erano strappi nell'anima".

La medaglia alla memoria oggi, in occasione della Giornata della Memoria, è stata consegnata ai familiari di 32 vittime del nazifascismo: Giuseppe Giordano (Gragnano); Salvatore Aprea, Giuseppe Cilento, Antonio De Simone, Alessandro Fasulo, Alfonso Gargiulo, Mosè Gargiulo, Mastellone Domenico, Luigi Mollo (Massa Lubrense); Elvino Ambruoso, Salvatore Ruggiero, Antonino Vacca, Lauro Miccio, Lucio Miccio (Meta di Sorrento); Vincenzo Avarone, Gaetano Cerracchio, Nicola Costa, Pasquale Lopardi, Giuseppe Maggiore, Renato Sarnelli, Matteo Virgilio (Napoli); Salvatore Aversa, Luigi Pollio (Piano di Sorrento); Raffaele Gallo (Portici); Raffaele Cesaro, Francesco Gargiulo, Luigi Mastellone, Antonino Vacca (Sorrento); Giovanni De Simone (Torre Annunziata); Raffaele Aiello, Angelo Apuzzo, Antonino Miniero (Vico Equense).

"Mio padre – ha continuato il ministro Costa – era un uomo molto buono ma rigoroso e provava un profondo amore per la legalità e la giustizia, valori che ha trasmesso a me e a mio fratello e che hanno guidato anche i miei 38 anni di carriera nelle forze di polizia e in questi due anni e mezzo circa da ministro. Ho provato a vivere questi anni al governo del Paese con trasparenza, correttezza e linearità, sempre al servizio del Paese e non di un partito o di una convenienza. Così continuerò a fare sempre nella mia vita".

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