
Luigi De Magistris si ricandiderà a sindaco di Napoli nella primavera 2027 (si andrà oltre la scadenza canonica, dice il Viminale) lo va dicendo da un bel po'. L'attuale primo cittadino, Gaetano Manfredi, oggi l'esponente di centrosinistra italiano più aperto e collaborativo col governo guidato da Giorgia Meloni è ovviamente il candidato naturale del centrosinistra del campo largo – da Pd a M5s -. Chiaramente due anni in politica sono un tempo siderale, tuttavia quadri e alleanze si costruiscono in questa finestra di tempo. De Magistris lo sa bene e vuole puntare al terzo mandato non consecutivo a Palazzo San Giacomo. Per farlo, sfrutta ogni punto di caduta o debolezza mediatica dell'attuale sindaco.
Uno dei punti è sicuramente quello della posizione di Manfredi sull'orrore a Gaza e su ciò che fa Israele. Manfredi è un moderato (un «moderatissimo»), De Magistris è l'esatto contrario. Su vicende come quella del conflitto mediorientale le posizioni sono così polarizzate che non lasciano spazio a ragionamenti, lo si è visto col recente caso del ristorante napoletano pro Palestina contro i turisti israeliani.
Poche ore fa il Consiglio comunale, su proposta di quella parte di sinistra che era candidata con De Magistris (Sergio D'Angelo) ha votato una mozione che impegna l'Amministrazione comunale a recidere ogni rapporto con enti legati al governo d'Israele. Un gesto adottato da molti comuni e regioni italiane, atto votato all'unanimità dei presenti (non c'erano alla discussione Fratelli d'Italia e Lega, Forza Italia è uscita al momento del voto). La Comunità israeliana a Napoli è insorta contro il Consiglio comunale.
Manfredi, oggi, tiene una via di mezzo. Non è d'accordo con la linea del governo italiano ma dice: «Non so che cosa significa per un Comune l'interruzione dei rapporti con Israele. È stato espresso un principio ma occorre distinguere quelle che sono le azioni del governo con quello che è il popolo israeliano. Credo che con il popolo israeliano dobbiamo mantenere sempre rapporti di relazione, di civiltà, soprattutto con quella parte del popolo israeliano che sostiene percorsi di pace e di tolleranza».
Quindi tutta la sinistra che ieri ha votato quella mozione s'è arrabbiata, su questa vicenda, con il sindaco. In questa spaccatura DeMa ci sguazza: e oggi rilancia il flash mob, pianificato settimane fa, con la comunità Palestinese campana per domenica 6 luglio dalle ore 19 alla Rotonda Diaz sul lungomare di Napoli: migliaia di corpi saranno distesi a terra in un luogo simbolo di Napoli, città di Pace. Ed è il primo di uno dei numerosi passi che l'ex sindaco farà per ampliare il terreno di scontro sul governo della città. Il prossimo è a Ovest del centro, a Bagnoli: contro il piano governo-Comune sull'area.
