Francesca Albanese cittadina onoraria di Napoli, tocca al sindaco Manfredi la nomina dopo l’ok del consiglio

Francesca Albanese diventerà cittadina onoraria di Napoli. L'ultimo passo ora spetta al sindaco Gaetano Manfredi, dopo l'ok in consiglio comunale, che ieri ha approvato a maggioranza l'ordine del giorno per il conferimento della cittadinanza presentato dal consigliere comunale Rosario Andreozzi. Albanese, 48 anni, giurista e docente italiana, ma soprattutto relatrice speciale dell'Onu per i diritti umani nei territori palestinesi occupati e tra le principali voci contro il massacro di civili nella striscia di Gaza, a livello internazionale ha ricevuto numerosi attestati di stima per il lavoro svolto, tra gli ultimi la consegna delle chiavi della città di Bari da parte del sindaco Vito Leccese.
Quando riceverà la cittadinanza onoraria Francesca Albanese
Quali sono i prossimi passi adesso? "Per legge e regolamento – spiega Andreozzi a Fanpage.it – la cittadinanza onoraria viene decisa dal consiglio comunale che rappresenta la città. Il passaggio successivo è l'approvazione della delibera in giunta. Dopodiché il Comune organizzerà la conferenza stampa e il dibattito. Nei prossimi giorni l'amministrazione provvederà a contattare Francesca Albanese per organizzare la cerimonia pubblica in consiglio comunale al maschio Angiolino". La decisione politica sul conferimento della cittadinanza onoraria, insomma, l'ha già assunta il consiglio comunale votando l'ordine del giorno – Forza Italia si è astenuta, FdI assente – mentre il passaggio in giunta è l'ultimo atto formale per suggellare la procedura amministrativa. Una cosa simile era già avvenuta a Napoli nel 2024 per la cittadinanza onoraria a Julian Assange, il giornalista e attivista australiano di wikileaks.
"In un contesto internazionale in cui le democrazie occidentali finanziano l'oppressione e la pulizia etnica in nome della ‘sicurezza', e in cui l'industria bellica detta l'agenda politica globale scegliere di stare al fianco della Palestina non è né scontato né facile – afferma Andreozzi in una nota – Chi, come Francesca Albanese, denuncia il genocidio in corso a Gaza, smaschera l'apartheid israeliano e rifiuta la narrazione dominante che criminalizza la resistenza e legittima l'occupazione, si assume una responsabilità profonda".
L'atto approvato, sostiene Andreozzi, "significa stare dalla parte dell'umanità. Francesca Albanese non è semplicemente una funzionaria delle Nazioni Unite: è una giurista che ha scelto di non piegarsi alla logica dell'equilibrismo codardo, ma di stare dalla parte del diritto dei popoli oppressi. Ha deciso di chiamare le cose col loro nome, di usare il proprio ruolo istituzionale per rompere il silenzio che consente l'annientamento di un intero popolo. Le sue analisi sono ineccepibili sul piano giuridico, e il suo coraggio intellettuale è raro, soprattutto in un contesto internazionale in cui la difesa dei diritti umani è spesso subordinata agli interessi geopolitici delle potenze dominanti".
Andreozzi: "Albanese sotto attacco, giusto sostenerla"
"Albanese è sotto attacco – continua Andreozzi – non perché mente, ma perché dice la verità. È sanzionata, delegittimata, censurata e minacciata perché svela le contraddizioni e l'ipocrisia della comunità internazionale. Napoli, città antifascista, operaia, partigiana, solidale, sceglie oggi di schierarsi al suo fianco, non per idealismo ma per coerenza. Conferirle la cittadinanza onoraria è un atto politico chiaro e necessario: significa affermare che la verità non si può mettere al bando, che il popolo palestinese ha diritto alla vita, alla terra, alla resistenza. Significa rifiutare il ricatto morale che vuole dipingere ogni forma di solidarietà alla Palestina come antisemitismo, mentre sotto i nostri occhi si consuma l'annientamento sistematico di una popolazione. Significa denunciare le complicità di chi arma, finanzia e legittima questa oppressione. Napoli ha fatto una scelta netta, dimostrando che è possibile, anche dalle istituzioni, esprimere una solidarietà concreta e radicale. Stare con Francesca Albanese oggi significa stare dalla parte della Palestina. E stare con la Palestina è, oggi più che mai, l'unico modo per stare dalla parte dell'umanità".