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Finti poliziotti chiedono soldi per i controlli nei negozi a Pompei, denunciati per truffa

Due finti poliziotti sono stati denunciati per truffa aggravata dagli agenti del commissariato di Pompei: avevano contattato il titolare di un bar e gli avevano chiesto 40 euro come pagamento per i “controlli” svolti al suo esercizio commerciale; la somma sarebbe stata giustificata come abbonamento per una rivista di polizia.
A cura di Nico Falco
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Si erano presentati come poliziotti e avevano chiesto 40 euro a un negoziante, a loro dire somma dovuta per i "controlli" che erano stati effettuati al suo esercizio commerciale. L'uomo, però, si è insospettito per quella richiesta che subito gli è parsa assurda e ha contattato il commissariato: quando è arrivato per la riscossione, così, il finto agente ha trovato ad attenderlo quelli veri, che hanno identificato anche il complice. Per entrambi, G. S. e M. C., napoletani, rispettivamente 50 e 47 anni ed entrambi con precedenti di polizia, è scattata la denuncia per tentata truffa aggravata; il primo è stato anche sanzionato perché viaggiava su un'automobile sottoposta a sequestro.

La coppia, stando a quanto emerso, aveva in mente di chiedere soldi al negoziante e di giustificarli con un abbonamento a una rivista. Il tutto, ovviamente, spacciandosi per agenti della Polizia di Stato e lasciando quindi intendere che l'iniziativa, proposta praticamente come obbligatoria, fosse stata organizzata dalla Questura o dal ministero dell'Interno. Il primo contatto c'era stato via telefono: un uomo aveva chiamato il titolare di un bar, si era qualificato come poliziotto e aveva annunciato che il giorno successivo sarebbe passato un collega per riscuotere 40 euro, pagamento per i controlli svolti dalla Polizia.

Il negoziante ha contattato il commissariato di Pompei e gli agenti, quelli veri, lo hanno rassicurato: la Polizia non chiede soldi, quello era un truffatore e all'appuntamento ci sarebbero stati anche loro ad aspettarlo. Il giorno successivo, mercoledì, il finto poliziotto è andato al bar ed è stato bloccato; è stato trovato in possesso di una ricevuta fiscale di 40 euro già compilata coi dati dell'attività commerciale e relativa alla sottoscrizione di un abbonamento a una rivista di polizia. Con successivi accertamenti è stato identificato anche il complice, quello che aveva contattato il titolare del bar al telefono il giorno precedente.

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