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Feto partorito morto a Battipaglia, cinque indagati per omicidio colposo

La Procura di Salerno ha iscritto nel registro degli indagati 4 medici e un’ostetrica dell’ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia per la vicenda del feto partorito morto il 14 giugno; l’ipotesi di reato è di omicidio colposo. Secondo i familiari il feto era vivo fino a pochi minuti prima del parto e sarebbe deceduto per un errore medico.
A cura di Nico Falco
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Quattro medici e una ostetrica dell'ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia, in provincia di Salerno, sono indagati per omicidio colposo per la morte di un feto, partorito già senza vita il 4 giugno scorso. La Procura di Salerno ha avviato una indagine per capire cosa abbia portato al decesso, e se sia in qualche modo riconducibile a un errore medico; i carabinieri hanno sequestrato le cartelle cliniche della donna e quelle relative alla gravidanza.

Nel registro degli indagati è stata iscritta l'intera equipe del reparto di Ostetricia e Ginecologia, ovvero i sanitari che hanno avuto a che fare con la donna, una giovane di Battipaglia alla 36esima settimana di gravidanza, dal momento del suo ricovero fino al parto. Il feto è stato sottoposto all'autopsia il 14 giugno, i cui risultati verranno comunicati entro i 60/90 giorni come da prassi; i funerali si sono svolti questa mattina nella chiesa Maria Santissima del Carmine, nel rione Stella.

Le versioni dei sanitari e quella della famiglia della donna sono diametralmente opposte. Secondo i medici, all'arrivo in ospedale, il 4 giugno, il feto era già morto: il tracciato e l'ecografia non avrebbero riscontrato battito cardiaco della piccola; si sarebbe verificata una emorragia che avrebbe comportato la morte del feto in utero, già prima del parto.

Secondo i familiari, invece, una visita medica effettuata il lunedì precedente non avrebbe rivelato nessun problema e il feto sarebbe stato vivo e la donna lo avrebbe sentito scalciare fino a dieci minuti prima del parto; motivo per cui hanno deciso di presentare denuncia, contestando presunti errori all'equipe medica che avrebbero causato la morte della bambina.

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