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Esperto di intercettazioni faceva bonifiche dalle microspie per la camorra, 6 arresti

I carabinieri di Castello di Cisterna hanno arrestato 6 persone nell’ambito di una inchiesta contro il clan Puca: in manette anche un esperto di intercettazioni, dipendente di una ditta fornitrice di microspie per la Procura di Napoli, che effettuava dietro pagamento bonifiche di uffici, abitazioni e automobili per la camorra.
A cura di Nico Falco
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Il clan Puca di Sant'Antimo (Napoli) aveva un sistema per eludere le intercettazioni, per rallentare il lavoro degli inquirenti: qualsiasi locale "sensibile", dove gli affiliati avrebbero potuto parlare degli affari della cosca, andava "bonificato", ovvero le eventuali microspie andavano eliminate. E per fare questo si era affidata a chi quei sistemi di intercettazione li conosceva bene: un dipendente di una delle ditte che rifornivano di microspie e affini anche la Procura della Repubblica di Napoli.

L'uomo è stato arrestato insieme ad altre cinque persone dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, che oggi, 22 ottobre, hanno eseguito una ordinanza del gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale. Le accuse per gli indagati, 3 dei quali già detenuti, sono a vario titolo di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità e favoreggiamento personale, reati tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. Gli arrestati risiedono tra i comuni di Casalnuovo, Melito e Napoli e a Tomezzo (Udine).

Le indagini, coordinate dalla Dda e condotte dal Nucleo Investigativo, sono state svolte dal novembre 2019 al settembre 2020. I militari hanno appurato che uno degli indagati, dipendente di una ditta fornitrice per la Procura di servizi e strumentazioni per le intercettazioni, dietro pagamento aveva effettuato bonifiche in uffici, abitazioni e automobili che venivano utilizzati da affiliati al clan Puca. I contatti avvenivano con l'intermediazione di un ex appartenente alle Forze dell'Ordine. Uno degli arrestati avrebbe inoltre danneggiato una telecamera di sorveglianza che era stata installata dai carabinieri nei pressi del capoclan Pasquale Puca, detto ‘o Minorenne.

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