Ergastolo al killer del parcheggiatore a Coroglio, 130 anni di carcere a clan D’Ausilio in appello

È stato confermato l'ergastolo a Vittorio Albano, ritenuto responsabile dell'omicidio di Gaetano Arrigo, il parcheggiatore abusivo ucciso a Coroglio nel giugno 2016. La sentenza è stata emessa dalla Corte di Appello di Napoli (quinta sezione, presidente Ginevra Abbamondi), che ha inflitto complessivamente oltre 130 anni di carcere a 16 imputati, vertici e gregari del clan D'Ausilio di Bagnoli, periferia ovest di Napoli.
Felice D'Ausilio, figlio del capoclan Domenico "Lo Sfregiato" ed ex reggente, ha ottenuto pena attenuata in quanto diventato collaboratore di giustizia; stesso discorso per Alessandro De Falco. Ventiquattro anni di reclusione sono stati invece inflitti ad Antonio D'Ausilio (difeso dall'avvocato Raffaele Chiummariello), fratello di Felice, che in primo grado aveva incassato 22 anni; all'uomo è stata inoltre riconosciuta la continuazione con precedenti condanne di associazione camorristica ed estorsione, circostanza che gli è valso un aumento di pena di otto anni. Alla moglie, Grazia Sarnelli, è stata confermata la pena di tre anni di reclusione.
Parcheggiatore ucciso, ergastolo confermato al killer
Gaetano Arrigo fu ammazzato a pochi passi dai locali della movida nella tarda serata del 17 giugno 2016. Le indagini hanno svelato che quell'omicidio era stato deciso in quanto l'uomo, che fino a quel momento aveva pagato il pizzo al gruppo Giannelli di Cavalleggeri, si era rifiutato di versare denaro al gruppo D'Ausilio.
Secondo "Feliciello", però, Arrigo fu ammazzato per errore: l'agguato, ha raccontato l'ex boss agli inquirenti, non sarebbe stato pianificato dal clan ma i killer avrebbero agito "forse drogati o ubriachi".