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Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

Il detenuto Enzo Cacace poteva andare ai domiciliari 14 giorni prima delle botte in carcere a Santa Maria

Forse sarebbe potuta andare diversamente la storia di Vincenzo Cacace, il detenuto, oggi libero, che è stato picchiato sulla sedia a rotelle durante la “mattanza” nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Il suo nome infatti compare nella lista dei detenuti che, il 23 marzo 2020, erano stati indicati dalla direzione sanitaria come tra quelli che, per l’emergenza Covid, avrebbero potuto trascorre parte della pena agli arresti domiciliari.
A cura di Gaia Martignetti
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Il 23 marzo del 2020, 14 giorni prima della "orribile mattanza" di Santa Maria Capua Vetere ai magistrati di sorveglianza arriva una lista di nomi. Sono i detenuti, con patologie delicate e reati non gravi, che potrebbero, a causa dell'emergenza Covid, abbandonare la struttura carceraria "Francesco Uccella", per tornare a casa, agli arresti domiciliari. Anche se per breve tempo. Il primo nome di quella lista è quello di Vincenzo Cacace, detenuto con problemi di cuore e costretto su una sedia a rotelle. Cacace, il 6 aprile, sarà uno dei detenuti manganellati durante le ore infernali descritte nell'inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere e testimoniate dalle immagini della videosorveglianza, finite agli atti. Quella lettera, che sollecitava i magistrati a esprimersi su quella lista di nomi, era firmata dal Garante dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello.

"Vi comunico che la Direzione Sanitaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, da me sollecitata, in data odierna mi ha riferito i nominativi dei detenuti, che nei giorni scorsi sono stati segnalati ai vostri uffici, affetti da patologie croniche o, comunque, tali da presumere uno stato di forte preoccupazione sanitaria, alla luce dell'attuale stato emergenziale. Credo che siano da attenzionare, per tali casi, le misure alternative al carcere. Certo di un vostro riscontro, augurandovi buon lavoro. Vi porgo cordiali saluti".

Quella sollecitazione, fatta per tutte le carceri campane, d'intesa con la Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli Adriana Pangia, come spiega Samuele Ciambriello a Fanpage.it, avrebbe forse potuto evitare che Vincenzo Cacace fosse lì, nelle interminabili ore che sono al vaglio degli inquirenti di Santa Maria Capua Vetere. Vincenzo Cacace ha lasciato il carcere il 2 settembre del 2021, come ha raccontato lui stesso, quando la sua pena è stata scontata. Forse chiedersi se in quei 14 giorni qualcosa sarebbe potuto andare diversamente è una domanda inutile, uno sliding doors ormai non più possibile. In piena emergenza sicuramente la gestione delle carceri e delle pene alternative è stata complessa, come complessa resta la risposta a questa domanda.

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