Elezioni Campania, Cirielli parla del caso Di Fenza: “No a processi sommari e illazioni. Io l’ho incontrato una sola volta”

L'inchiesta giornalistica di Fanpage sui rapporti fra il candidato di Forza Italia Pasquale Di Fenza e la famiglia Simeoli di Marano, legata al clan Polverino, ha spinto diversi candidati a intervenire pubblicamente, ciascuno con toni differenti. Sollecitato da Fanpage, nel corso di una intervista a tutto tondo, Edmondo Cirielli, candidato alla presidenza della Regione Campania con la coalizione di centrodestra non si sottrae alla domanda. Non "scarica" il candidato forzista, ha una posizione, dice, «di garantismo».
«Io sono un carabiniere e credo che la camorra vada combattuta con forza. Però sono anche una persona che crede nello Stato di diritto. Le persone hanno diritto a processi non sommari, quindi non processi giornalistici. Hanno diritto di difendersi – esordisce Cirielli – perché magari può capitare anche a Fico senza volerlo si fa una foto ad una manifestazione con uno che magari è un camorrista e non è che domani io posso dire che Fico un camorrista. Ci vogliono le prove ci vogliono e le prove si costruiscono nei processi».
Il viceministro continua parlando del sistema d'accusa sui reati connessi alla malavita organizzata: «Il garantismo è una forma di garanzia dei cittadini, quella di non subire dallo Stato violenze. E sui reati legati al sistema della camorra sappiamo che hanno anche una possibilità, nella fase di accusa, di essere costruiti non in maniera oggettiva. Per questo ci sono i processi».
Tornado a Di Fenza, dice: «Certo se dovesse uscire che questa persona nei processi e che lui sarà condannato… Anche se esistono le leggi: se viene condannato viene sospeso dal Consiglio regionale e se viene condannato con sentenza passata in giudicato decade con l'interdizione dai pubblici uffici. Ma in questa fase – dice Cirielli – sinceramente rimaniamo nel campo della somma delle delle illazioni. Io devo far prevalere lo spirito di giustizia che secondo me di correttezza».
Cirielli spiega a Fanpage la dinamica che ha portato alla candidatura di Pasquale Di Fenza, fuoriuscito da "Azione" dopo la plateale espulsione causata dal balletto con la controversa tiktoker Rita De Crescenzo negli uffici del Consiglio regionale, con tanto di inno nazionale a fare da sottofondo. «Sinceramente (Di Fenza ndr.) io l'ho visto una volta in vita mia che mi venne a parlare dicendo che lui si voleva candidare nelle mie liste. Io gli dissi che non avevo nulla in contrario ma che Fratelli d'Italia e la lista del Presidente erano già complete. Sapevo che aveva parlato prima con Noi Moderati e poi con Forza Italia. E Forza Italia, legittimamente. anche con la sua storia garantista lo ha candidato. Ma devo dire anche io, tendenzialmente, se non avessi avuto le liste complete non avrei avuto difficoltà oggettive a farlo».