De Luca querela Report e attacca tutti nell’ultima diretta da presidente della Regione Campania: “Tajani con la panza sembrava un baccalà”

«Grazie di cuore a tutti». Una frase che chiude un decennio: Vincenzo De Luca si congeda così dai suoi spettatori sui canali social, visto che quella di oggi, 21 novembre, era l'ultima diretta social prima delle elezioni in Campania passate le quali non sarà più lui il presidente della giunta regionale ma sarà un «ex».
Poteva mai De Luca congedarsi linearmente e soprattutto sobriamente? Assolutamente no. Ieri ha disertato il comizio di chiusura di Roberto Fico con tutte le forze del centrodestra, in due mesi non ha mai fatto un solo accenno al candidato alla sua successione nel campo largo di centrosinistra e nemmeno oggi ha fatto eccezione, anzi. Ha attaccato ancora una volta, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, ormai oggetto fisso delle sue attenzioni. Lo ha fatto non apertamente ma facendo capire che il piano per Bagnoli in prospettiva America's Cup 2027 sarà costantemente attaccato per via del progetto di bonifica delle aree. «Mancano elementi di trasparenza – dice -. Non abbiamo ancora un parere chiaro dell'autorità anticorruzione. Noi abbiamo interesse ha che l'America's Cp si faccia ma non può avvenire in un contesto di illegale devastazione, cementificazione e mancata tutela della salute di cittadini. Siamo nella totale illegalità. a cosa importante è parlare chiaro con i cittadini. Fate vedere una planimetria e spiegate quali sono le garanzie di ripristino dell'area».
Ma la bordata principale di Vincenzo De Luca è un annuncio: c querelerà la trasmissione d'inchiesta Report, condotta da Sigfrido Ranucci. Motivo? Un'inchiesta sulla sanità in Campania, in particolare sulle liste d'attesa, drammatico problema di che ben conosce chi vive la sanità regionale.
Report nella sua inchiesta sostiene, carte alla mano, che la Campania ha un numero anomalo di visite catalogate come «Programmabili», cioè a 120 giorni, come se i pazienti qui avessero meno fretta di essere curati. «In Italia la media delle visite programmabili è del 45,7%. In Campania invece sono il doppio l’89,2% – spiega il servizio della trasmissione in onda su Rai3. Le visite classificate come Urgenti, Brevi e Differibili, dovrebbero essere smaltite al massimo entro 30 giorni, invece trasformandole in Programmabili sono smaltibili entro 120 giorni. Così la regione ha più tempo e può presentarsi come virtuosa e quelle prestazioni che sarebbero state in ritardo, spostando l’asticella in avanti, diventano magicamente in tempo utile».
De Luca respinge ogni accusa e anzi contrattacca: «Ci prepariamo serenamente da buoni samaritani ad una prossima querela per diffamazione. Non si sente il dovere di andare a parlare con i protagonisti, si compie un atto di cialtroneria, vuol dire che si vogliono costruire notizie false quando si annuncia che si fa un servizio clamoroso sulle liste di attesa senza aver mai parlato con la Regione Campania e dirigenti che se ne occupano, vuol dire che si è cialtroni. Siccome io già sapevo che nei mesi dall'estate all'autunno ci sarebbero stati tentativi di speculazione in vista delle elezioni ho fatto un evento sulla liste di attesa – ha spiegato – in Campania non è manipolabile nulla perché i dati vanno direttamente sul Cup (centro unico prenotazioni ndr.)».
E poi il dato più politico, relativo alle Elezioni Regionali di domenica e lunedì. Qui invece è il solito potpourri deluchiano: sarcasmo, attacchi, insulti: «Devo segnalare che gli amici di Fratelli di Italia sono alla disperazione, sono ridotti a mentire in maniera spudorata. Questo è un atteggiamento che usavano nel Ventennio». E poi parla del comizio del centrodestra per Edmondo Cirielli, quello in cui Meloni e gli altri leader del centrodestra hanno saltellato sul palco al grido di «chi non salta comunista è».
«Quando vengono in Campania si mettono sul palco a zompare, a parte l'estetica – dice De Luca – ho visto Tajani con la panza avanti che sembrava un baccalà – la mia critica non è rivolta al fascismo e antifascismo, la mia critica è più pesante, sono dei cafoni", ha aggiunto. "Venire in Campania e comportarsi in quel modo significa avere disprezzo per la nostra dignità, per Napoli e la Campania – ha sottolineato – non è possibile e tollerabile. Siete cafoni, non fascisti, che è anche peggio».
Non manca l'appello al voto, destinato a coloro «che non hanno definito un orientamento di voto per i partiti tradizionali, sarebbero orientati a non andare a votare o a votare forze non progressiste», dice. «Per loro, se ritengono di compiere un gesto di rispetto verso chi ha lavorato per questi dieci anni, mettano un X su ‘A Testa Alta"».