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Covid 19

Non guardatevi in faccia su metro e bus: le assurde regole di Anm per il distanziamento anti-Covid

L’ultima fesseria dell’Azienda Napoletana mobilità: obbligare i passeggeri di metro, bus e funicolari ad una coreografia anti-Covid. O si mettono in piedi e infila indiana o si devono dare le spalle. Questo, secondo Anm, per evitare il rischio contagio. E poi che facciamo, balliamo tutti: “Una mano en la cabeza, una mano en la cintura , un movimiento sexi?” prima di scendere a piazza Vanvitelli o al Rione Alto? Perché la cosa più semplice, ovvero aumentare il numero di corse di bus e metro è impossibile nella città più disastrata d’Italia sul fronte trasporti pubblici.
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Chissà che ne penserebbe il professor Bellavista di Luciano De Crescenzo, colui che teorizzava il napoletano come uomo d'amore avvezzo al contatto fisico e alla cordialità e convivialità. Fatto sta che il Coronavirus cambia tutto, anche e soprattutto le consolidate abitudini sociali. A Napoli, dove un autobus è più raro del passaggio della cometa Neowise (che si fa vedere ogni 6683 anni) l'azienda dei trasporti, l'Anm (ribattezzata dai pendolari l'anèma e chitemmuorto,  per tutti gli improperi dei poveri passeggeri in lunga attesa alle banchine)  ha pensato bene di emanare nuove regole a bordo e alle fermate per evitare i contagi. Non solo con la mascherina, ovviamente e giustamente, non solo sui tallocini contrassegnati a terra e sulle sedioline ma pure «di fila orientati verso un'unica direzione oppure dandosi le spalle».  Insomma, i passeggeri a Napoli sui bus e sulle metropolitane devono evitare di stare faccia a faccia.

Non sappiamo a chi sia venuta la brillante idea di teorizzare la coreografia viaggiante ai tempi del Virus, fatto sta che da oggi circolano anche delle immagini esplicative e inquietanti: non dobbiamo stare faccia a faccia, gli accessi per evitare affollamenti, vengono contingentati, ci sono lunghissime e vergognose file alle stazioni della Linea 1 Anm soprattutto a piazza Garibaldi e alla Funicolare Centrale. Premesso che è molto difficile proprio umanamente dire ad una persona «sei obbligato a voltare la faccia» (e a Napoli non siamo proprio abituati a farlo, scusateci), ma che cretinata di divieto è ? Vogliamo mettere al posto del controllore un Giuliano Peparini per la coreografia? E poi che facciamo, balliamo tutti: «Una mano en la cabeza, una mano en la cintura , un movimiento sexi?» prima di scendere a piazza Vanvitelli o al Rione Alto?

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A nessuno, a nessuno, dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris, al vicesindaco con delega ai Trasporti Enrico Panini, ai vertici dell'azienda  dei trasporti Anm, è venuto in mente o di potenziare gli autobus e le corse delle metro o, semplicemente, di scusarsi coi napoletani perché non è possibile farlo. Perché dopo 10 anni di promesse non solo i treni della metro arriveranno e funzioneranno forse fra uno-due anni, ma perché i bus non sono sufficienti o sono carrette vecchie e malandate. Le regole vengono in mente a tutti ma sempre da far rispettare agli altri. I doveri sono scaricati tutti sui cittadini che hanno la sfortuna di ostinarsi a prendere i mezzi pubblici e non piazzarsi su uno scooter o un'auto a ingolfare il traffico di una delle città più inquinate del Sud Italia.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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