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Covid 19

Covid, in Campania 55mila positivi attivi in più: perché i dati della Regione sono sbagliati

In Campania risultano 55mila persone contagiate dal Covid al momento, i cosiddetti positivi attivi, che invece sono negative. A differenza di quanto comunicato dai dati confermati dal Ministero della Salute che vedono al 17 maggio 78.751 casi positivi attivi, pari a 1.376 positivi ogni 100mila abitanti, quelli che risultano alle 7 Asl della Campania sono meno di 23mila.
A cura di Redazione Napoli
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In Campania risultano 55mila persone contagiate dal Covid al momento, i cosiddetti positivi attivi, che invece sono negative. A differenza di quanto comunicato dai dati confermati dal Ministero della Salute che vedono al 17 maggio 78.751 casi positivi attivi, pari a 1.376 positivi ogni 100mila abitanti, quelli che risultano alle 7 Asl della Campania sono meno di 23mila. Con uno scarto di circa 55mila positivi. Il motivo è nei ritardi della cancellazione dei negativizzati da parte degli operatori dei distretti di base delle Asl, che si sono accumulati soprattutto a partire da marzo, quando sono entrate nel vivo le operazioni per le vaccinazioni che hanno impegnato quasi a tempo pieno i dipendenti. Gli uffici, però, adesso stanno lavorando all’allineamento dei dati.

Al termine di questa scrematura dei dati, quindi, la Campania non risulterebbe più al primo posto in Italia per i positivi attivi, come riportata ancora oggi nei grafici, ma tra il quinto e il sesto posto, a livello di Emilia Romagna e Lazio. Tra le conseguenze di questa situazione c’è quella dell’influenza del dato gonfiato dei positivi attivi sul tasso delle ospedalizzazioni. Mentre non ha influito sul calcolo dell’Rt, che indica la contagiosità e si calcola sui nuovi casi giornalieri, sul tasso di incidenza dei nuovi casi che si calcola su 100mila abitanti ogni settimana, e quindi non ha avuto alcun impatto anche sui criteri di classificazione di rischio nelle aree colorate per la Campania.

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Attualmente la negativizzazione dal Covid 19 dei pazienti positivi avviene o a seguito di uno o due tamponi negativi dopo il ricovero, al termine di 10 giorni di quarantena per gli asintomatici, di 21 giorni per il rientro a lavoro. In molti casi, però, come raccontato da Fanpage.it, l’Asl tarda molto ad inviare la certificazione con la negativizzazione da esibire al proprio datore di lavoro. A far emergere l’anomalia, riportata da Il Mattino, la grossa disparità dei dati che si è registrata tra i mesi di marzo e maggio.

Il 15 marzo la Campania era prima in Italia per positivi attivi con 97.046 casi, davanti alla Lombardia a 93.163. Il 15 maggio la Campania è ancora prima con 80.158 casi, mentre la Lombardia è scesa a quota 38.686. Numeri difficili da spiegare alla luce dei dati sui nuovi positivi giornalieri del giorno.

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