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Covid 19

Covid, a Boscoreale anche un bambino tra i 12 nuovi positivi: sono 53 i casi in città

Casi di coronavirus in aumento a Boscoreale, nel territorio vesuviano. Altri 12 nelle ultime 24 ore, tra cui anche un bambino. Lo ha comunicato il sindaco Antonio Diplomatico. L’intera provincia napoletana è da settimane “sotto assedio” da parte del coronavirus, che continua a far registrare numeri importanti in tutte le zone.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Aumentano ancora i casi a Boscoreale, nel territorio Vesuviano. Lo ha reso noto il sindaco Antonio Diplomatico, che spiega come nel novero dei nuovi casi positivi ci sia anche un bambino. Al momento, i casi totali in città sono 53 in tutto. "Negli ultimi giorni sono stati praticati complessivamente 104 tamponi con 12 positivi", ha spiegato Diplomatico, "di cui nove sono asintomatici e tre sintomatici. Purtroppo tra i contagiati c'è anche un bambino", ha aggiunto ancora il primo cittadino vesuviano, che ha poi augurato una pronta e rapida guarigione per tutti.

Da oggi, inoltre, "dopo la protesta del presidente di Anci Campania, l'esito dei tamponi praticati sarà comunicato direttamente ai sindaci dalla protezione civile regionale", ha aggiunto ancora Diplomatico, "questo consentirà di disporre di un continuo flusso di notizie e permetterà di darne conto alla città". Nel Vesuviano, continuano intanto ad aumentare i casi di coronavirus: l'intera provincia napoletana è da settimane "sotto assedio" da parte della seconda ondata di Covid-19, tanto che nei giorni scorsi si era parlato anche della possibile istituzione di una zona rossa che comprendesse sia la città di Napoli sia la sua provincia, dopo i casi in netto aumento nell'area nord del territorio (l'area flegrea, con Pozzuoli, Bacoli e Quarto che contano diverse centinaia di casi) e quelli altrettanto galoppanti nella zona sud (Vesuviano, penisola sorrentina). E questo sta portando al collasso del sistema sanitario locale: ieri anche l'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia ha di fatto comunicato di non essere più in grado di accogliere nuovi pazienti nel pronto soccorso, perché tutti i posti letto sono ormai occupati.

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