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Così gli ultras hanno devastato piazza del Gesù: il racconto dei commercianti

Un’ora di scontri a piazza del Gesù a Napoli tra polizia e ultrà, in pieno pomeriggio. Scene di guerriglia urbana che hanno costretto i commercianti a rintanarsi nei propri locali, ospitando cittadini e turisti in cerca di riparo.
A cura di Gaia Martignetti
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"Noi siamo stati ostaggio di queste persone (ultrà ndr) per circa un’oretta, non si è capito niente. È successo il finimondo". Inizia così il racconto di uno dei commercianti di Piazza del Gesù, uno dei punti già frequentati del centro storico di Napoli, diventato scenario dei violenti scontri tra ultrà e polizia. A quell'ora, pieno pomeriggio, la piazza è frequentata da famiglie, scolaresche, turisti. Convogliano i fedeli di due chiese, è uno dei principali accesi a spaccanapoli.

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Ed è qui che le forze dell'ordine si sono travate a dover gestire, non solo i tifosi dell'Eintracht a cui era stato vietato l'accesso allo stadio Maradona, ma anche diversi ultrà del Napoli. Le scene più forti degli scontri, sono state riprese con i cellulari, dai commercianti che si sono rintanati nei rispettivi locali, accogliendo più gente possibile.

"Una cosa da terzo mondo", racconta uno dei presenti al momento dei tafferugli. "Perché confluire tutti questi ultrà a Piazza del Gesù?", si chiedono in molti. "Io chiedo a chi di dovere, il prefetto, il sindaco di intervenire e almeno di chiederci scusa perché è stata una situazione mal gestita da chi di dovere".  I commercianti dovranno fare i conti con i danni, principalmente esterni, a tavoli, sedie e tutto quello che è stato distrutto.

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"È stata una vera e propria guerriglia urbana, senza alcun freno, alcun limite e noi ci siamo trovati coinvolti in questa situazione e non sapevamo come metterci al riparo. Ci siamo dovuti chiudere all’interno delle nostre attività, dei nostri locali e fuori è successo l’inferno. Hanno iniziato a distruggere tutto quello che c’era in piazza compresi tavolini, coltelli, posate, bicchieri, qualsiasi cosa trovavano». Più del racconto di chi ha vissuto quei momenti, sono le immagini a parlare. Scene riprese da chi racconta di essersi sentito ostaggio, dietro una finestra, una saracinesca, per un'ora che è sembrata interminabile.

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