Considerato il capo di un’organizzazione neonazista, Maurizio Ammendola fugge prima di entrare in carcere

La Corte di Cassazione aveva accettato l'istanza della Procura di Napoli e sancito, così, l'inasprimento della misura cautelare dagli arresti domiciliari al carcere per Maurizio Ammendola, considerato a capo dell'organizzazione terroristica di stampo neonazista Nuovo Ordine di Hagal e condannato in primo grado, lo scorso dicembre, a 5 anni e 6 mesi di reclusione. Martedì, 30 settembre, da quanto si apprende, però, Ammendola si è staccato il braccialetto elettronico con il quale era stato sottoposto ai domiciliari e, prima che le forze dell'ordine si presentassero alla porta della sua casa di Maddaloni, nel Casertano, per portarlo in carcere, si è dato alla fuga. Ammendola, dunque, è ora ricercato per evasione.
Scorta al magistrato che ha indagato sull'organizzazione
Come detto, Maurizio Ammendola era ritenuto a capo del Nuovo Ordine di Hagal, organizzazione sovversiva di stampo neonazista, negazionista e suprematista, attiva tra le province di Napoli e Caserta e sgominata dalle forze dell'ordine nel 2022. Nel dicembre del 2024, davanti alla Corte d'Assise di Napoli, Ammendola era stato condannato, come detto, a 5 anni e 6 mesi di reclusione, così come Michele Rinaldi; Gianpiero Testa era stato invece condannato a 3 anni e 6 mesi, mentre Massimiliano Mariano a 3 anni.
Al termine del processo di primo grado, inoltre, è stata assegnata la scorta al pubblico ministero che ha indagato sul Nuovo Ordine di Hagal, il magistrato Claudio Orazio Onorati. Lo stesso giudice è stato applicato in Corte d'Appello per seguire il secondo grado di giudizio a carico degli indagati; è probabile che, dopo la fuga di Ammendola, la scorta a Onorati possa essere rafforzata.