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“Con l’incendio bruciato un ottavo del Parco Nazionale del Vesuvio”: le prime stime dai volontari

Il vasto incendio sul Monte Somma, nel Parco Nazionale del Vesuvio, sta devastando l’ecosistema. Mentre la Protezione Civile lavora per contenere le fiamme, i naturalisti prendono atto della distruzione dell’ecosistema, come spiega a Fanpage.it Giulia Pugliese.
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Rabbia, impotenza, paura, ma anche voglia di reagire: sono queste le emozioni dei tanti volontari che in queste ore stanno dando il proprio contributo per monitorare l'incendio scoppiato nel pomeriggio di venerdì 8 agosto sul Monte Somma, nel Parco Nazionale del Vesuvio.

Le immagini che arrivano da Napoli sono inequivocabili: un pennacchio di fumo si alza alto sul vulcano creando l’illusione di una eruzione, ma si tratta di ben altro, è un “disastro per l’ecosistema, e l’emergenza non è ancora rientrata”, spiega a Fanpage.it la naturalista Giulia Pugliese, presidente dell’Associazione Vesuvio sotto le Stelle.

“Grazie all'intervento della rete antincendio e dei volontari siamo riusciti a dare una mano al coordinamento nelle azioni di spegnimento – racconta Pugliese – l’emergenza però non è terminata. Non conosciamo ancora la stima della Protezione Civile, ma guardando le immagini satellitari possiamo stimare che sia bruciato un ottavo o un nono del Parco Nazionale del Vesuvio”.

Immagini dal satellite SENTINEL – 2 COPERNICUS
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La volontaria: “Il fuoco ha risalito il vallone di Terzigno a una velocità spaventosa”

Da anni Puglise promuove la sensibilizzazione e l’informazione al cittadino attraverso le visite escursionistiche della sua associazione, ma oggi si sta recando sul Vesuvio con un altro compito: “Sto andando a fare una ricognizione. Ci siamo coordinati con una vasta rete di volontari antincendio che fanno capo al centro operativo di Terzigno, da cui è cominciato tutto”.

Quella in corso nel Napoletano è una emergenza nazionale, come mostra lo stato di mobilitazione firmato dal ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, e l’arrivo di volontari che in queste ore stanno giungendo in Campania dal Veneto e dalla Sicilia per dare una mano agli operatori che da ormai due giorni sono sul campo per domare le fiamme.

La naturalista ha assistito al propagarsi delle fiamme nel pomeriggio dell'8 agosto: “Il fuoco si è incanalato nel vallone di Terzigno ed è risalito a una velocità spaventosa. La velocità è stata incredibile ma la cosa più preoccupante è che dopo lo scoppio è ripartito con gran forza nel tardo pomeriggio. La notte poi i canadair non possono operare e quindi è stato il momento più critico”.

Dall’incendio del 2017 ad oggi: “Doveva essere l’anno della rinascita”

Dopo il devastante incendio del 2017 questo doveva essere un anno della rinascita per la natura del Vesuvio, ma ora bisognerà attendere il definitivo spegnimento delle fiamme per calcolare il danno reale. “Siamo a 8 anni dall'incendio più distruttivo – ricorda Pugliese – La natura si era ripresa in un modo incredibile e questa primavera abbiamo visto un grande miglioramento della situazione: stavamo assistendo a un grande ritorno dell’equilibrio della biodiversità. Adesso, anche se non abbiamo ancora stime ufficiali, dobbiamo prendere atto che il danno naturalistico è molto ampio”.

C’è però una speranza: “A differenza del 2017 quando il fuoco ha percorso tutto, e ogni cosa è andata bruciata, questo incendio è contenuto in una zona. Si sta cercando di salvare il salvabile, e se l'incendio si ferma qui la natura riprenderà i suoi spazi”.

Resta però la rabbia, soprattutto davanti all’ipotesi del dolo avanzata dal sindaco di Terzigno. “Sentiamo tutti una grande amarezza”, ammette Pugliese prima che il telefono smetta di funzionare: è arrivata sul luogo dell'incendio.

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