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Comune Napoli, il debito sale a 5 miliardi. I revisori: “Rimuovere i manager delle partecipate”

Il Comune di Napoli ha debiti per 4,9 miliardi di euro: è quanto emerge dal bilancio consolidato 2020 che va in consiglio comunale domani.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Sale a 4,9 miliardi di euro il debito del Comune di Napoli, tra finanziamenti, prestiti obbligazionari, debiti con altre amministrazioni, società partecipate, banche e fornitori. Lo scorso anno ammontava a 4,6 miliardi. Su un patrimonio totale stimato in 12 miliardi di euro. È quanto emerge dal bilancio consolidato 2020, il rendiconto dell'amministrazione comunale che contiene anche i bilanci delle società partecipate ed è composto da diversi documenti: il conto economico consolidato, lo stato patrimoniale consolidato e la relazione sulla gestione consolidata con la nota integrativa. Il documento contabile, sotto forma di proposta di delibera, va in consiglio comunale domani, martedì 16 novembre 2021, e alla sua approvazione sono condizionate anche le prossime assunzioni di Palazzo San Giacomo, tra le quali quelle di dirigenti esterni, direttore generale, capo di gabinetto e staffisti.

Manfredi: “Napoli è già in dissesto”

Per il sindaco Gaetano Manfredi, intervenuto a SkyTg24 Economia, “il bilancio è già in dissesto nei fatti. È chiaro che senza un'iniezione di risorse il Comune va in dissesto automaticamente perché il bilancio che ho ereditato è quello di un'ente che è praticamente in dissesto”. Da qui, la richiesta di un intervento da Roma nella Legge Finanziaria con un Patto per Napoli, che assicuri un contributo di almeno 300 milioni e la possibilità di commissariare il debito progresso, congelandolo.

Il bilancio consolidato

Un documento, insomma, fondamentale per la vita dell'amministrazione Manfredi. Il bilancio consolidato arriva in aula con il “parere favorevole” del collegio dei revisori dei conti – Costantino Sessa presidente, Domenico Carozza e Antonio Daniele consiglieri – che ne sottolineano il miglioramento dal punto di vista dell'allineamento dei conti, in merito al dare-avere, tra il Comune e le sue società partecipate, anche se restano alcune discrepanze. Per Abc, per esempio, l'acquedotto di Napoli, risulta al 31 dicembre 2020 ancora un disallineamento di quasi 12 milioni di euro.

L'organo di revisione contabile, però, rileva anche che “risultano pervenute solo da Elpis S.r.l. in liquidazione, Terme di Agnano Spa in liquidazione e Napoli Holding S.r.l. le obbligatorie informative, asseverate dai rispettivi organi di revisione, relative ai rapporti di credito debito verso il Comune, necessarie per garantire l'attendibilità dei dati certificati. Per le altre partecipate, l’Ente dispone di dati non asseverati dagli organi di revisione e per la Napoli Servizi non risulta pervenuto alcun riscontro. Le operazioni di consolidamento in esame hanno evidenziato la presenza di partite non simmetriche”.

I revisori: “Via i manager delle partecipate”

Il collegio poi esprime “preoccupazione desta il persistente atteggiamento da parte della maggioranza degli organismi partecipati nel disattendere le direttive impartite dall’Ente, evidenziate anche nella nota integrativa. I ritardi registrati nella produzione e nell’invio degli atti (spesso incompleti) a seguito alle direttive impartite dall’Ente sul consolidato, in primis la mancata e/o ritardata produzione dei prospetti contabili, asseverati dai propri organi di controllo, dei rapporti debitori/creditori con l’Ente, dilatano inevitabilmente i tempi di costruzione del bilancio consolidato e rallentano e/o impediscono l’avvio delle azioni volte a ridurre i disallineamenti contabili tra le parti”.

“Risultano infatti – scrivono i revisori – pervenute solo le obbligatorie informative, asseverate dai rispettivi organi di revisione, da parte di Elpis S.r.l. in liquidazione, Terme di Agnano Spa in liquidazione e Napoli Holding S.r.l. Gli organismi partecipati hanno l’obbligo del rispetto pedissequo e tempestivo di tutte le direttive di coordinamento impartite dalla capogruppo. La centralità del bilancio consolidato è funzionale al rispetto dei vincoli di finanza pubblica, poiché consente di raggiungere l’obiettivo della “neutralità” del bilancio rispetto al fenomeno delle esternalizzazioni”.

“L’organo di revisione invita, pertanto, l’Ente a valutare se ci sono gli estremi per l’applicazione delle sanzioni (art.16) previste dal regolamento sul controllo analogo con la rimozione dell’organo di governo dell’organismo partecipato, in caso di gravi e/o reiterate violazioni degli indirizzi e/o delle direttive impartite”.

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