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Come funziona il pezzotto sul contatore dell’Enel e come viene scoperto

Dall’ormai superato magnete alla manomissione al contatore e all’allaccio abusivo alla rete: sono diversi i sistemi utilizzati per rubare energia elettrica, intervenendo sull’impianto illegalmente per “alleggerire” la bolletta. Ma il risparmio, oltre a mettere a rischio corto circuito se stessi e i vicini, spesso si traduce in denunce e arresti.
A cura di Nico Falco
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Anni fa il modo più diffuso per rallentare il contatore della luce era quello della calamita: una volta posizionata, alterava le misurazioni facendo risparmiare (illecitamente, s'intende) un buon 60/70% sulla bolletta della luce. Oggi quel sistema, tanto casereccio quanto efficace, è ormai superato: si può usare ancora soltanto sugli impianti più vecchi, quelli non ancora sostituiti. Per i nuovi sono stati escogitati altri stratagemmi, che consentono ugualmente un notevole risparmio che però, sempre più spesso, si trasforma in una denuncia (o un arresto) per furto aggravato: per quanto ingegnoso l'espediente, la variazione dei consumi viene sempre rilevata dal fornitore.

Pezzotto sul contatore: magnete, manomissione e allaccio abusivo

Il sistema della calamita era quello più utilizzato, anche perché facile da nascondere nel caso di un controllo. O, almeno, era ritenuto tale da chi lo usava: in realtà anche togliendo la calamita serviva qualche minuto perché la registrazione dei consumi tornasse normale, quindi era semplice per gli incaricati appurare che c'era stata una manomissione. Con i nuovi contatori, quelli installati già da diversi anni, non è possibile più usare il magnete: l'apparecchio rileva le variazioni elettromagnetiche e va in blocco automaticamente.

Sostanzialmente, spiegano fonti qualificate a Fanpage.it, i sistemi oggi usati per rubare l'energia elettrica sono due: la manomissione del misuratore e l'allaccio sulla montante. Nel primo caso si tratta di una modifica che viene fatta all'interno del contatore: viene aperto e vengono saldati i contatti che registrano gli assorbimenti; in questo modo i circuiti si azzerano e, con le variazioni non più rilevate, il risparmio arriva anche al 97, al 98%. La manomissione, però, lascia tracce evidenti: oltre alle saldature, saltano per forza di cose anche i "sigilli" interni del contatore.

Terzo sistema, quello più di frequente utilizzato in opifici e grossi negozi (come un panificio di Sant'Antonio Abate, in provincia di Napoli, che con questo "trucco" ha risparmiato oltre 100mila euro): l'allaccio abusivo sulla montante, ovvero sul cavo principale che porta la fornitura elettrica, prima del contatore. Si tratta in sostanza di un allaccio diretto alla rete, che non viene quindi rilevato in quanto l'energia rubata non passa nemmeno attraverso il misuratore relativo al contratto. In molti casi, per non azzerare del tutto i consumi (nell'illusione di non incappare nei controlli), gli elettrodomestici che consumano di meno vengono collegati alla rete privata e quelli più grossi a quella del fornitore, ma c'è anche chi semplicemente applica uno switch per alternare le due reti.

Il risparmio, in questo caso, arriva fino al 100% ma le conseguenze possono essere gravi: con un assorbimento non più proporzionato al tipo di impianto, i disagi possono andare dal semplice calo di tensione, con ripercussioni per tutti quelli legittimamente serviti da quella rete, fino al corto circuito con possibilità di incendio.

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Come viene scoperto il pezzotto sul contatore dell'elettricità

Molti furti di elettricità vengono scoperti grazie all'occhio attento degli operatori di polizia, durante i controlli all'interno delle abitazioni o negli edifici. Anni fa in palazzine popolari della periferia di Napoli carabinieri accertarono che una famiglia su due aveva un allaccio abusivo. Ma sono i furti negli esercizi commerciali e nelle fabbriche quelli che comportano il danno maggiore all'azienda fornitrice.

In questo caso è la stessa Enel a effettuare gli accertamenti iniziali, avvalendosi del supporto di carabinieri e polizia per per quelli finali. In pratica il fornitore effettua uno screening a priori sui consumi, monitorando i dati letti dal contatore (curve di carico, punte, picchi massimi, consumi) e controlla se corrispondono a quelli considerati di media. Altro campanello di allarme, il consumo troppo basso rispetto alla fascia del contratto stipulato: se un'attività paga per un massimo di 20 kw e ne consuma 5 o 6, probabilmente c'è qualcosa che "sfugge" al contatore.

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