Ciro Palmieri ucciso a Giffoni da moglie e figli, la suocera: “Monica segregata, non la vedevo da 7 anni”

Un uomo violento, in preda all'ossessione di avere il controllo sulla famiglia, al punto da spiare moglie e figli con telecamere e da impedire loro di uscire di casa e persino di usare il telefono. Così i familiari di Monica Milite descrivono Ciro Palmieri, il panettiere ucciso con 40 coltellate dalla donna e da due dei suoi figli alla fine del luglio scorso a Giffoni Valle Piana (Salerno). Testimonianze che finiscono nel faldone degli inquirenti e, al pari di quanto raccontato dai familiari del 43enne, concorrono a ricostruire il retroscena di quel terribile omicidio, al termine dell'ennesima lite familiare: l'uomo è stato ammazzato in casa, il suo corpo è stato sezionato e gettato in un dirupo. Quando è stato recuperato, il cadavere era irriconoscibile: la Procura ha disposto l'esame del Dna, i risultano saranno pronti in circa tre settimane.
La suocera di Ciro Palmieri: "Monica segregata, non vedevo mia figlia da 7 anni"
Intervistata da Lira Tv, la madre di Monica Milite ha raccontato gli abusi di cui la vittima, così come i figli, sarebbero stati vittime negli ultimi anni. Spiegando di non avere potuto incontrare la figlia per 7 anni, la donna parla anche di quel sistema di videosorveglianza trovato nell'abitazione: sei telecamere, per osservare ogni angolo di quell'appartamento di appena tre stanze più servizi, "per controllare chi entrava e chi usciva, perché voleva stare solo".
"Mi chiamava di nascosto – dice la madre di Monica Milite – o quando il marito dormiva o andava nel ripostiglio per non farsi sentire. Quando bisticciavano lui prendeva il telefono e lo faceva in mille pezzi. Monica non doveva proprio usare il telefono, né lei né i figli". Dopo un litigio, racconta ancora la donna, Palmieri avrebbe sfasciato il letto a castello dei due figli con un flex.
La sorella di Monica Milite: "Non li giustifico ma erano esasperati da anni di violenze"
A parlare di violenze, sempre a Lira Tv, è anche la sorella di Monica Milite. "Non giustifico Monica oppure i miei nipoti – dice – ma sono arrivati a tanto perché venivano da anni e anni di violenze. Lo sapevamo noi della famiglia e lo sapevano gli amici". Liti frequente, spiega, che spesso finivano in aggressioni. "Hanno sopportato fino a che hanno potuto e poi sono esplosi. Non li giustifico, quello che è successo non doveva accadere, non mi stancherò mai di dirlo".
Ma, se la situazione era così grave, perché Monica Milite non aveva pensato di lasciare Palmieri? "Dove doveva andare? – prosegue la donna – il marito ha sempre ribadito che l'avrebbe cercata e l'avrebbe ammazzata. È facile parlare e dire che se ne doveva andare ma questa cosa non era possibile, lui non le dava neanche il tempo di uscire di casa".