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Carcere Benevento, detenuto di 27 anni muore suicida: aperta una inchiesta

La salma del giovane è stata posta sotto sequestro ed è stata disposta l’autopsia. Si tratta del secondo detenuto a togliersi la vita nel carcere di Benevento dall’inizio dell’anno, il settimo in totale in Campania nel 2021. Samuele Ciambriello, garante dei detenuti in Campania, denuncia come in tantissime carceri non ci sia un reparto psichiatrico.
A cura di Valerio Papadia
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Un detenuto di 27 anni si è tolto la vita nel carcere di Benevento. Il giovane, di origini napoletane, era appena arrivato nel carcere sannita da Palermo, dopo essere stato recluso in vari penitenziari del Paese. Si tratta del secondo suicidio nel carcere di Benevento dall'inizio dell'anno, il settimo in Campania nel 2021. Sulla morte del giovane la Procura ha aperto una inchiesta: la salma è stata posta sotto sequestro ed è stata disposta l'autopsia. "Non intendo interrogarmi sulle cause che hanno indotto il giovane detenuto, con problemi psichici, a compiere il gesto estremo – ha dichiarato Samuele Ciambriello, garante dei detenuti in Campania -. Vengano seguiti e monitorati da figure professionali ad hoc e a tempo pieno: psichiatri, tecnici della riabilitazione, psicologi, assistenti sociali. A Benevento e in tantissimi istituti penitenziari della Campania non è così".

Il garante dei detenuti campano denuncia che, pur essendoci tanti detenuti con problemi psichiatrici, in molte carceri italiane non esiste un reparto psichiatrico. "Per fronteggiare gli innumerevoli casi critici come quello del 27enne, una vita difficile e travagliata, ho chiesto al provveditore campano dell'amministrazione penitenziaria di convocare subito un incontro con i responsabili regionali e provinciali della sanità penitenziaria, i garanti territoriali, i presidenti della magistratura di sorveglianza – ha spiegato Ciambriello -. Quattro detenuti su dieci in Campania hanno problematiche psichiatriche, mentre il 65% convive con un disturbo della personalità e nel 2020 la percentuale degli psicofarmaci somministrati ai detenuti rappresenta il 43% dell'utilizzo complessivo di farmaci".

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