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L’orribile storia di Zorro, il ‘cane di quartiere’ legato a un palo e torturato fino alla morte

È il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli a denunciare, via social, l’orrenda fine di Zorro, cane randagio di Poggiomarino, nella provincia di Napoli, adottato da tutta la comunità. L’animale, come denunciato dal consigliere, sarebbe stato legato a un palo e torturato fino alla morte.
A cura di Valerio Papadia
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Una violenza inaudita, a cui non c'è spiegazione, dal momento che Zorro era stato adottato da tutta la comunità, che si prendeva cura di lui, sfamandolo. Zorro era il nome di un cane randagio di Poggiomarino, nella provincia di Napoli, legato a un palo, torturato fino alla morte, la carcassa lasciata poi per strada. A denunciare l'assurda violenza è, tramite Facebook, il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli, che ha pubblicato anche le foto del cane. "Zorro, era questo il nome del cane che è stato brutalmente ucciso a Poggiomarino. Le persone del posto lo ricordano come un animale docile, amico di tutto il quartiere. Ci hanno raccontato che diversi anni lo avevano salvato dalla strada ed era stato adottato un po' da tutti. I cittadini se ne prendevano cura, gli davano da mangiare e lo coccolavano, una sorta di mascotte per Poggiomarino" ha detto Borrelli.

"Ebbene quel cane è stato orribilmente ucciso da qualcuno – prosegue Borrelli – una persona senz'anima. Questo criminale, come hanno detto, ha prima legato Zorro, poi l'ha torturato per lungo tempo fino ad ucciderlo, infine lo ha abbandonato lungo la strada. Una storia atroce che ha colpito il cuore di tutta la comunità di Poggiomarino e dinanzi alla quale non possiamo rimanere indifferenti. Chiunque abbiamo visto qualcosa denunci, vada alla polizia e consenta agli agenti di identificare il mostro e assicurarlo alla giustizia".

Il consigliere regionale di Europa Verde, poi, conclude: "Quando ascolto queste storie resto senza parole, rimango sconvolto davanti alla ferocia delle persone che se la prendono con esseri indifesi, per chi si macchia di crimini così vigliacchi non deve esserci nessuna pietà".

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Cosa prevede la legge per chi uccide o maltratta gli animali

L'uccisione di animali è regolamentata dall'articolo 544 bis del Codice Penale, che punisce "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni". L'articolo 544 ter del Codice Penale, invece, regolamenta il reato di maltrattamento sugli animali e punisce "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche  è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale".

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