370 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

No, la Campania non ha comprato il vaccino Sputnik anti Covid-19

La Regione Campania non ha comprato nemmeno una fiala del vaccino russo Sputnik V anti-Covid19: agli atti c’è solo un carteggio di Soresa con un intermediatore russo. Ma senza il sì degli enti di farmacovigilanza europei e nazionali (Ema e Aifa) e senza il via libera del governo Draghi la Regione di Vincenzo De Luca non potrà fare proprio niente.
370 CONDIVISIONI
Vaccinazioni Sputnik in Serbia
Vaccinazioni Sputnik in Serbia
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

C'è un elemento sulla campagna vaccinale anti-Covid19 in Campania che va subito chiarito: non abbiamo comprato nemmeno una fiala del vaccino russo Sputnik V.

Il cortocircuito mediatico, frutto anche di una propaganda arrembante e confusa della Regione Campania guidata da Vincenzo De Luca, è degno di approfondimento.

Al momento la Regione può sfoderare soltanto una cartuscella (pubblicata integralmente da Fanpage.it) 6 pagine su carta intestata della Soresa, la società regionale che si occupa di acquisti sul fronte ospedaliero, che dice sostanzialmente «quando sarà, si vedrà».

La determina, tranquillamente pubblicata tra mille altre sul sito di Soresa, cosa dice? Semplicemente due cose: la prima è che la Campania ha chiesto ad un operatore economico, la  "Human Vaccine" «rappresentata dalla RDIF Corporate Center Limited Liability Company» (il fondo sovrano russo che ha finanziato la sua scoperta da parte del centro Gamaleya) di «manifestare la disponibilità a fornire alla Regione Campania un vaccino anti-Covid 19».

Immagine

E poi che è successo? L'intermediatore (che ha evidentemente tutto l'interesse, perché ci guadagna) ha spedito una «offerta finale» economica per uno stock di vaccini Sputnik.

C'è un "ma", grande quanto tutta la Russia: quel vaccino in Europa non metterà piede se non dopo l'autorizzazione della farmacovigilanza europea (Ema) e in Italia non sarà distribuito senza l'autorizzazione della farmacovigilanza italiana (Aifa). Abbiamo imparato col caso AstraZeneca cosa significa "vigilare su un farmaco": avere dati certi, chiari, controllati, consolidati e monitorati sugli eventi avversi del vaccino.

Dunque qual è la fine di questa storia? È scritta chiaramente nel documento:

si procede alla sottoscrizione immediata del contratto la cui efficacia resta sospensivamente condizionata:
1) al conseguimento delle autorizzazioni da parte degli enti regolatori (EMA/AIFA);
2) alla verifica positiva del possesso dei requisiti di cui all’articolo 80 del Decreto legislativo n. 50/2016 (ovvero il codice appalti ndr.).

In pratica come è ovvio e sacrosanto che sia, la Campania – che non è un ente sovranazionale, un microstato né un granducato, attenderà come tutto il resto del Paese. Prima l'Ema, poi Aifa.

E, poi, il governo guidato da Mario Draghi (aggiornamento: in conferenza stampa il premier ha bocciato ogni accordo preventivo dichiarando: « Noi dobbiamo sempre cercare il coordinamento europeo. Ma farei attenzione a siglare questi contratti») che potrebbe decidere di subordinare l'acquisto di Sputnik V ad una strategia europea o quanto meno italiana, considerando la necessità di una farmacovigilanza e di un modus operandi uniforme per quanto possibile, almeno nelle forniture.

La Campania ha interpellato 11 operatori economici «potenziali produttori del vaccino». Solo i russi hanno risposto.

(articolo aggiornato il 26 marzo ore 14.30)

370 CONDIVISIONI
32805 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views