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Covid 19

Campania, ristoranti aperti fino alle ore 23 ma senza movida: è il piano De Luca

Nella conferenza delle Regioni il presidente della Regione Campania porta la proposta della riapertura dei ristoranti a patto che i controlli blocchino la movida notturna che secondo il governatore per la sua incrontrollabilità favorirebbe a stretto giro un nuovo incremento dei contagi Covid19. La questione è ovviamente nazionale e il presidente della Regione Campania non potrà decidere nulla sulle riaperture da solo.
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Accennato venerdì scorso, ribadito qualche giorno fa a Benevento e poi anche nel salotto televisivo di Bruno Vespa, oggi Vincenzo De Luca nella conferenza delle Regioni italiane, preludio alla stesura di un piano con linee guida da presentare al governo per le riaperture ipotizzate a maggio, chiederà ristoranti aperti fino alle 23, massimo 23.30 a patto che all'uscita non si trasformi in "movida" notturna, ovvero nel passeggio tra un bar all'altro, nelle stradine dei centri storici alla ricerca dei baretti dove tirar tardi nel fine settimana.

La questione è ovviamente nazionale e il presidente della Regione Campania non potrà decidere nulla sulle riaperture da solo. Non ci potranno essere fughe in avanti  come ad esempio nei mesi scorsi a sulle scuole.  I governatori spingono per la riapertura dei ristoranti a pranzo e a cena sfruttando gli spazi all'aperto e uno slittamento di una-due ore del coprifuoco.

Nella bozza delle linee guida stilate dalle Regioni in vista delle riaperture, un documento messo a punto da un gruppo tecnico ristretto e che oggi sarà sottoposto al governo si ipotizzano consumazioni al banco per i bar (con distanza interpersonale di almeno 2 metri tra i clienti), l'uso ove possibile degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici, dehors), dei ristoranti, ma anche cinema e teatri da riaprire con distanziamento.

È tutto vincolato ovviamente alla situazione epidemiologica e al prosieguo del piano vaccinale: venerdì 16  la Campania dovrebbe uscire dalla zona rossa per rientrare, dopo un mese e mezzo, in quella arancione. Ma per quanto? Gli ultimi dati Covid della regione dicono che i contagi di Pasqua stanno iniziando a farsi sentire. Il rischio di un rilassamento ulteriore nei già scarsissimi  controlli e di una ‘ricaduta’ fra due settimane è dietro l’angolo.

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