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Campania, “con gli aiuti Covid rischio aumento lavoro nero in edilizia”: l’allarme della Cisl

L’allarme della FilcaCisl di Salerno: “In questo momento molto incerto bisogna aumentare al massimo il livello di vigilanza affinché non ci siano i soliti furbetti che con la scusa della crisi, incentivino il lavoro nero usando gli strumenti di sostegno al reddito in maniera illecita. A tre mesi dal lockdown molti cantieri ancora fermi”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“In questo momento molto incerto bisogna aumentare al massimo il livello di vigilanza affinché non ci siano i soliti furbetti che con la scusa della crisi, incentivino il lavoro nero usando gli strumenti di sostegno al reddito in maniera illecita”. A lanciare l'allarme sul rischio di aumento del lavoro nero nell'edilizia è Giuseppe Marchesano, della Filca Cisl di Salerno. “Dopo circa tre mesi dalla riapertura dal lockdown e vari decreti rilancio – spiega il sindacalista – poco o nulla è cambiato nella provincia di Salerno. I cantieri partono a rilento, molti lavoratori sono ancora in attesa delle indennità di cassa integrazione, alcuni addirittura dal mese di aprile. Il settore sconta i postumi di una crisi lunga, alla quale si è aggiunta quella delle incertezze e della paura causata dal Covid e da un futuro a tinte fosche”.

FilcaCisl: “A Salerno ripartenza lenta per i cantieri”

“Le opere pubbliche – spiega Marchesano – tranne qualche eccezione, sono ancora ferme o usate come promesse di rilancio elettorale, le disponibilità sono sbandierate da tutti, nei fatti siamo ancora in attesa di vedere cantierizzare le opere da più parti promesse ma nei fatti ancora ferme sulle scrivanie. Per quanto riguarda le opere private, e le opportunità legate al super bonus, si confermano i dubbi e le impressioni che più volte avevamo richiamato, ovvero il Super Bonus ha bisogno di una reale possibilità di cessione del credito, altrimenti oggi con questa situazione economica ancora incerta non avrà nessun impatto significativo sull’occupazione e sull’economia generale”.

“Il settore dell’edilizia – conclude – se ripartisse realmente, genererebbe un circolo virtuoso di occasioni occupazionali, di altri settori strettamente legati e un impatto economico in termini di risorse (Irpef ,Tasse Comunali-Regionali contributi) per i vari livelli istituzioni, risorse che potrebbero a loro volta essere reimmesse nell’economia nazionale per generare nuove opportunità di sgravio o di rilancio dell’economia generale. Bisogna snellire la macchina burocratica, stando attenti a non porgere il fianco ad azioni che potrebbero generare sistemi dove potrebbero inserirsi soggetti malavitosi, o sistemi di corruzione”.

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