74 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Camorra e Covid: boom usura e riciclaggio, raffica di interdittive antimafia

La pandemia di coronavirus non ha fermato gli affari delle mafie, che si sono semplicemente adattate ai nuovi business. Emerge dal rapporto presentato da Libera e Lavialibera, che fotografa una situazione in cui camorra, ‘ndrangheta, Cosa Nostra e anche piccoli criminali si sono rimodulati in modo da sfruttare anche questa nuova crisi. Nel 2020 boom di interdittive antimafia (6 al giorno), aumento di usura e riciclaggio.
A cura di Nico Falco
74 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Sale il numero delle interdittive antimafia alle aziende, così come quello delle segnalazioni di operazioni "sospette", potenziali manovre di riciclaggio di denaro, e aumentano gli episodi di usura. Nei primi 9 mesi del 2020, anno caratterizzato quasi completamente dalla pandemia di coronavirus, le attività criminali non si sono fermate. Si sono magari diversificate, si sono estese su nuovi settori, ma una cosa è certa: le mafie stanno traendo guadagno anche dalla Covid. È quello che emerge dai dati contenuti nel rapporto “La tempesta perfetta. Le mani della criminalità organizzata sulla pandemia", presentato da Libera e Lavialibera.

Aumentano le interdittive antimafia

Nei primi nove mesi dell'anno, da gennaio a settembre, ci sono state in Italia 1.637 interdittive antimafia, praticamente una media di 6 al giorno, con un aumento del 6,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. Le regioni dove è stato riscontrato un incremento maggiore sono la Campania (da 142 a 268, +229%) e l'Emilia Romagna (da 115 a 218, +89%).

Boom di crimini informatici

Le limitazioni agli spostamenti hanno probabilmente favorito i crimini informatici, quelli che si possono commettere semplicemente con una connessione Internet, senza lasciare l'abitazione. Nel primo semestre 2020, rileva il rapporto, è in questo settore che si registra il maggiore incremento: sono aumentati del 23% rispetto allo stesso periodo del 2019, per un totale di 9.380 delitti tra furti di identità digitale, frodi informatiche, donazioni di carte di credito e altre forme di reati online.

La camorra potenzia il riciclaggio

Un incremento è stato registrato anche per quanto riguarda il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. Complessivamente nel primo semestre del 2020 l'Unità di Informazione Finanziaria per l'Italia della Banca d'Italia (UIF) ha ricevuto 53.027 segnalazioni di operazioni sospette; la crescita è relativa alle segnalazioni di riciclaggio (+4,7%), mentre sono calate quelle relative al finanziamento del terrorismo (passate da 395 a 250). Le operazioni sospette segnalate in Campania sono state 7.078 (rispetto alle 6.455 del periodo precedente, con un aumento del 9,7%).

Le segnalazioni hanno generato, nel periodo tra aprile e settembre 2020, 23 atti di indirizzi pre-investigativo collegati alla criminalità organizzata (col coinvolgimento di 26 Direzioni Distrettuali Antimafia) e 128 persone attenzionate (nel 2019 erano stati 18 gli atti di impulso e 62 i soggetti attenzionati). Nel dettaglio, il 31% degli atti di impulso riguardano contesti collegabili alla camorra, il 19% la ‘ndrangheta e l'8% Cosa Nostra; il 38% riguarda infine altre organizzazioni criminali, in particolare i Casamonica e i Fasciani. Sette attività pre investigative riguardano la Dda di Roma, 3 quelle di Napoli e di Ancona.

Le mani della camorra sulla sanità

Il rapporto di Libera e Lavialibera esamina anche il rapporto tra la criminalità organizzata e il settore sanitario, ovvero i tentativi da parte delle mafie di infiltrarsi e di gestire i servizi connessi alla salute e, in questo periodo storico, alla pandemia. La Direzione Investigativa Antimafia, pochi mesi fa, aveva previsto "importanti investimenti criminali nelle società operanti nel ciclo della sanità, siano esse coinvolte nella produzione di dispositivi medici (ma- scherine, respiratori, ecc.) nella distribuzio- ne (a partire dalle farmacie, in più occasioni cadute nelle mire delle cosche), nella sani- cazione ambientale e nello smaltimento dei rifiuti speciali, prodotti in maniera più consistente a seguito dell’emergenza".

Uno scenario dimostrato anche dalle inchieste già completate dalla magistratura. Come quella che ha svelato gli interessi del clan della Vanella Grassi, che aveva investito nelle imprese di pulizia e quindi di sanificazione, facendo di questo settore uno dei principali per quanto riguarda il riciclaggio e l'investimento. Più recente è invece l'operazione della Guardia di Finanza di Rimini che ha portato al sequestro di una ditta di pulizie per infiltrazioni criminali: era gestita da un pregiudicato napoletano non direttamente legato alla camorra ma fratello di un elemento di vertice del clan Di Lauro di Secondigliano.

La camorra guadagna consensi col Covid

I clan, come ricordato dal prefetto di Napoli Marco Valentini, col Covid hanno consolidato il proprio potere, rafforzando anche la presenza sul territorio. Uno dei sistemi per ottenere questo risultato è stato il porsi come punto di riferimento per la situazione in un momento oggettivamente molto difficile come quello del lockdown di marzo. In quel periodo, infatti, insieme alle tante reti di solidarietà nate dal basso, da associazioni o da semplici cittadini, sono sorte anche quelle riconducibili (indirettamente o meno) a gruppi di camorra.

È il caso di quello successo a Bagnoli, come documentato da una inchiesta giornalistica di Fanpage.it, dove a mescolarsi tra i volontari erano personaggi strettamente legati al capoclan di recente scarcerato: in quel caso la rete di beneficenza era guidata direttamente dalla famiglia del boss e aveva collegamenti con un consigliere municipale e i Caf della zona.

74 CONDIVISIONI
32805 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views