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Buttafuori imposti dalla camorra nei locali della Penisola Sorrentina: due arresti

La Polizia di Stato, su richiesta della Dda, ha arrestato due pregiudicati, uno dei quali ritenuto vicino al clan D’Alessandro: i due sono accusati di estorsione. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli arrestati imponevano a discoteche e bar della Penisola Sorrentina, personale da assumere come buttafuori.
A cura di Valerio Papadia
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Imponevano personale da assumere, spesso pregiudicati, come buttafuori nei locali della Penisola Sorrentina, in provincia di Napoli: per questo, due persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, con l'accusa di estorsione, aggravata dal metodo camorristico. Si tratta di N.S., 43enne pregiudicato e ritenuto vicino al clan D'Alessandro e di M.T., 40 anni, anch'egli pregiudicato. Le indagini, condotte dai commissariati di polizia di Castellammare di Stabia e Sorrento, hanno permesso di scoprire come il 43enne, nonostante all'epoca dei fatti fosse già agli arresti domiciliari, dettasse disposizioni ai proprietari di bar e discoteche della Penisola Sorrentina sulle persone da assumere come buttafuori, stabilendo compensi e mansioni da affidare ai nuovi assunti e delegando l'esecuzione e il controllo delle operazioni al 40enne, suo fidato collaboratore. Il 43enne, come accertato dagli inquirenti, percepiva anche una quota dei compensi dei buttafuori, mentre altra quota veniva versata al clan D'Alessandro, che garantiva la possibilità di lavorare sul territorio.

Le indagini hanno rivelato anche che il 43enne era il vero proprietario della nota discoteca "Plan B" di Castellammare di Stabia, che in via fittizia risultava intestata ad un'altra persona: la Dda partenopea, oltre agli arresti, ha disposto anche il sequestro delle quote societarie del locale. Al termine delle operazioni, il 40enne è stato trasferito nel carcere di Secondigliano, a Napoli, mentre il 43enne è stato raggiunto dall'ordinanza di custodia cautelare nel carcere di Fuorni, a Salerno, dove era già da tempo detenuto.

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