Buste per la spesa non biodegradabili: a Napoli sequestrati 320 chili di shoppers

Oltre tre quintali di shoppers sono state sequestrate dai carabinieri di Napoli all'interno di un'azienda di Caivano, nell'hinterland partenopeo. Si tratta di buste per la spesa non biodegradabili, né compostabili: a tutti gli effetti di plastica "normale" e dunque vietate per legge. La scoperta dei carabinieri ha visto anche l'intervento sul posto del Presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli, giunto con i militari dell'Arma per un sopralluogo.
Oltre 320 chili di shoppers sequestrati
A finire sotto sequestro, 32 cartoni per un totale di 320 chili di borse di plastica, tutte non biodegradabili e non compostabili. Non erano neppure riutilizzabili, ma letteralmente "usa e getta". La stessa fabbrica era priva di autorizzazioni: mancavano anche gli scarichi fognari, tanto che è scattato il sequestro dell'azienda. Alla fine delle operazioni, denunciato il titolare che ora rischia una maxi-multa fino a 25mila euro. Tutti i colli erano destinati ad alimentare il mercato italiano, e ora gli inquirenti stanno risalendo ad eventuali "vendite" e consegne già effettuate.
Vignaroli: "Sacchetti utilizzati spesso dalla criminalità organizzata"
"Si tratta di sacchetti fintamente biodegradabili smerciati a nero a costi bassi", ha spiegato Stefano Vignaroli, presidente della Commissione Ecomafie, "li utilizza soprattutto la criminalità organizzata spesso anche per gestire il territorio commerciale (rionale) e imporre ai commercianti dei mercati una sorta di pizzo (della serie: "le buste te le fornisco io al prezzo che dico io"). È chiaro che le buste illegali fanno ancora più male per l'ambiente", ha aggiunto ancora Vignaroli.
