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Bonus edilizi per lavori mai eseguiti, sequestrati 772 milioni a 143 persone tra Napoli e Caserta

Oltre 772 milioni di euro sequestrati a 143 persone, tutte indagate: una maxi truffa sul Super Bonus. Lavori mai eseguiti, tra gli indagati anche persone attigue alla camorra.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Facevano scattare il rimborso dei bonus edilizi e di locazione per lavori mai eseguiti, incassando cifre da capogiro. Una maxi truffa smascherata dalla Guardia di Finanza di Frattamaggiore, che vede coinvolte 143 persone tra cui percettori di reddito di cittadinanza, parcheggiatori abusivi, prestanome di vario tipo e perfino camorristi. Sequestrati oltre 772 milioni di euro tra le province di Napoli e Caserta, dove risiedono la stragrande maggioranza delle persone indagate quest'oggi dalle Fiamme Gialle, al termine di una lunga attività investigativa della Procura della Repubblica di Napoli Nord.

Come era strutturata la truffa emersa

La truffa era stata ben architettata: il sistema infatti inseriva nel portare Entratel dell'Agenzia delle Entrate, i moduli necessari al recupero creduto per svariati milioni di euro, sia per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico, nonché per i canoni di locazione. Le misure del cosiddetto "decreto Rilancio" varato dal governo. In realtà, però, nulla di quanto dichiarato era mai avvenuto: tutto era stato abilmente falsificato, o meglio prodotto solo per ottenere quei crediti "di recupero" che invece sarebbero spettati in caso di lavori reali. Un sistema che ha permesso di accumulare agli indagati qualcosa come 772 milioni e 400mila 276 euro complessivi, oggi finiti sotto sequestro.

Tra gli indagati perfino un detenuto nel doppio ruolo di committente ed esecutore

Tra i 143 indagati, tutti tra le province di Napoli e Caserta, c'è di tutto: persone risultate "imprenditori" per appena 24 ore (ovvero per il tempo di presentare i moduli per il recupero crediti), ma anche persone che incassavano il reddito di cittadinanza, altre che risultavano impegnati in altre attività totalmente diverse da quelle edilizie e perfino camorristi, risultati legati a clan del Napoletano e del Casertano. C'era perfino un detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere tra gli indagati: l'uomo avrebbe sia ricevuto l'incarico di lavori di ristrutturazione per 34 milioni di euro e contemporaneamente ne avrebbe fatti eseguire a sua volta per circa 30 milioni di euro. Il tutto durante la sua detenzione.

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