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Bimbo ucciso di botte a Cardito (Napoli)

Bimbo ucciso di botte a Cardito, il medico: “Lesioni al cervello, fatale l’ultimo colpo”

Il piccolo Giuseppe Dorice, ucciso di botte a Cardito nel 2019, sarebbe morto anche se i soccorsi fossero stati tempestivi: lo ha spiegato il medico Nicola Balzano durante il processo d’Appello per il patrigno e per la madre, spiegando che l’ultimo colpo, alla testa, aveva causato una lesione al cervello che aveva innescato il processo irreversibile portando il bimbo al coma e alla morte.
A cura di Nico Falco
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Tony Essobti Badre e Valentina Casa
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Il piccolo Giuseppe Dorice, ucciso a bastonate dal compagno della madre il 27 gennaio 2019 a Cardito, in provincia di Napoli, sarebbe morto anche se fosse stato soccorso subito: l'ultimo colpo, alla testa, aveva causato un "danno assonale", una tremenda lesione al cervello che aveva innescato il processo irreversibile che lo aveva portato al coma e poi alla morte.

Lo ha spiegato il medico legale Nicola Balzano, che aveva effettuato il primo esame esterno sul corpo del bambino, alle 16 del 27 gennaio 2019, e successivamente si era occupato dell'autopsia. Il professionista è stato ascoltato come testimone durante il processo di secondo grado che si sta tenendo davanti alla Corte di Assise di Appello di Napoli (presidente Barbarano). Il primo grado si era concluso con una condanna a 6 anni per Valentina Casa, madre del bambino, e all'ergastolo per Tony Essobti Badre, all'epoca suo compagno e accusato sia dell'omicidio di Giuseppe sia di tentato omicidio nei confronti della sorellina.

Quel tragico giorno Badre si accanì come una furia sui due bambini, sia a calci, a pugni, persino a morsi, sia con un bastone. I piccoli furono picchiati con estrema violenza tra la camera da letto e il bagno. L'uomo si fermò quando ormai erano entrambi esanimi. Giuseppe, in particolare, era quasi incosciente. Non furono chiamati i soccorsi, ma si limitarono ad applicargli della pomata. L'ambulanza arrivò soltanto parecchio dopo, chiamata da una parente di Badre. Se anche i soccorsi fossero arrivati in tempo, però, ha sottolineato Balzano, non ci sarebbe stato più nulla da fare.

Prima del medico è stata ascoltata una vicina di casa della famiglia. La prossima udienza è fissata per il 3 novembre, è prevista l'escussione di altri 5 testimoni, tra cui anche alcuni sanitari del 118 che arrivarono nell'abitazione di Cardito quando ormai il piccolo era già morto.

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