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Bimbo ucciso di botte a Cardito (Napoli)

Bimbo ucciso a Cardito, la madre: “Tony lo picchiava così forte che le mazze si sono spezzate”

“Non si fermava più, buttava mazzate e mentre picchiava i bambini le mazze si sono spezzate”. Così la madre di Giuseppe, il bimbo di 6 anni ucciso il 27 gennaio del 2019 a Cardito, in provincia di Napoli, mentre rispondeva alle domande del pubblico ministero di Napoli e agli avvocati nel processo contro Tony Essobdi Badre e lei.
A cura di Filippo M. Capra
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La mamma di Giuseppe, il piccolo di 6 anni ucciso il 27 gennaio del 2019 da Tony Essobdi Badre, 25enne allora compagno della madre del bambino, è stata ascoltata dal pubblico ministero nel Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli. Agli inquirenti, Valentina Casa, accusata di non avere mai fatto nulla per fermare quelle violenze che avvenivano sotto i suoi occhi e di non avere subito soccorso i due figli dopo l'ultimo pestaggio, ha descritto quei tragici momenti in cui Tony massacrava il figlio. "Non si fermava più, buttava mazzate e mentre picchiava i bambini le mazze si sono spezzate", ha detto.

La madre di Giuseppe: Sembrava un diavolo

La Casa ha continuato dicendo che "in quel momento sembrava un diavolo. Picchiava i bambini anche quando sono caduti". La versione dei fatti della madre del piccolo Giuseppe continua facendo riferimento ad una violenza subìta da lei stessa: "Mi ha tirato i capelli e mi ha dato un morso dietro i capelli", ha detto. Poi, è stato fatto un passo indietro, alla serata precedente l'omicidio: "Sabato sera aveva tirato i capelli alla bambina (la sorellina di Giuseppe, ndr) – ha detto – e gli erano rimaste le ciocche in mano". L'indescrivibile violenza con cui il 25enne si è scagliato su Giuseppe è stata poi ammessa dall'accusato che, sul banco degli imputati, ha dichiarato che è "come se si fosse spento il cervello". Lasciato una maschera di sangue, Giuseppe perì mentre la sorellina, sfigurata, venne salvata dai medici dell'ospedale Santobono. Badre, ascoltato anch'egli oggi dal pm di Napoli, ha intervallato il suo racconto con una serie di "non ricordo", come alle domande su quanti episodi simili sarebbero stati operati nei confronti del piccolo prima che venisse ucciso.

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