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“La Biblioteca Nazionale di Napoli cambi nome: Vittorio Emanuele III promulgò leggi razziste”

L’appello dei comitati civici al ministro Gennaro Sangiuliano: “La Biblioteca Nazionale di Napoli sia intitolata al filosofo Benedetto Croce”
A cura di Pierluigi Frattasi
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La Biblioteca Nazionale di Napoli (immagine di repertorio)
La Biblioteca Nazionale di Napoli (immagine di repertorio)

"La Biblioteca Nazionale di Napoli non sia più intitolata al Re d'Italia Vittorio Emanuele III, che promulgò le leggi razziste che portarono alla deportazione di 8.546 ebrei, ma porti il nome di Benedetto Croce". È l'appello lanciato da comitati civici e associazioni al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che puntano a coinvolgere anche le istituzioni locali, dalla Regione Campania alla Città Metropolitana e il Comune di Napoli, nella richiesta per ottenere il cambio di nome della Biblioteca, attualmente ospitata in un'ala del Palazzo Reale in piazza del Plebiscito.

L'appello dei comitati: "La Biblioteca sia intitolata a Benedetto Croce"

L'appello è partito ieri, lunedì 9 gennaio 2023, dalla sede del Sindacato Unitario Giornalisti Campania (SUGC) "dalla memoria che 85 anni fa, nel novembre del 1938, Vittorio Emanuele III promulgava le leggi razziste, il più infamante dei provvedimenti legislativi e amministrativi – si legge nella nota – voluti dal fascismo. A pagarne le conseguenze non furono solo gli 8.564 ebrei deportati dall'Italia e dai territori occupati dai nostri militari, ma anche le decine di migliaia di connazionali di religione o discendenza ebraica che, pur non avendo vissuto il dramma della deportazione e dell'internamento, per anni furono privati dei più elementari diritti. A colui che è stato uno dei protagonisti della più infelice delle stagioni del Novecento, a cui vanno certamente addebitate anche le sofferenze patite da centinaia di migliaia di militari italiani abbandonati al loro infausto destino dopo l'8 settembre 1943, Napoli continua a mantenere intitolata una tra le più importanti istituzioni culturali della città: la Biblioteca Nazionale, terza per importanza dopo quelle di Roma e di Firenze".

Nico Pirozzi, giornalista e coordinatore dell'Associazione Memoriae, che tiene viva la memoria della Shoah, spiega che "Vittorio Emanuele III intitolò la Biblioteca a se stesso circa 100 anni fa. Un passato che va cambiato nel simbolo della cultura storica di Napoli, e lo facciamo con un appello che coinvolga tutta l'Italia, visto che a lui sono intitolate anche scuole, luoghi di cultura e strade. Speriamo di avere a breve altre adesioni, ma siamo pronti a mandare la lettera-appello al ministro della Cultura".

La richiesta al Ministro Sangiuliano

L'appello è stato sottoscritto al momento da "Memoriæ – Museo della Shoah di Napoli", l'Associazione Nazionale ex Deportati (ANED), l'Associazione Progetto Memoria, la Comunità Ebraica di Napoli, la Federazione delle Associazioni Italia-Israele, la Fondazione Valenzi, il Sindacato Unitario Giornalisti Campania (SUGC), l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), tutti riuniti del nuovo "Comitato 9 Gennaio", che fa appello alla sensibilità del ministro Gennaro Sangiuliano, "affinché si adoperi a porre fine a un insopportabile scempio della Memoria, che nella piazza simbolo di Napoli è presente sin dal giugno 1925, dando alla Biblioteca Nazionale la denominazione del filosofo e letterato Benedetto Croce".

"Perché intitolare la Biblioteca Nazionale a Croce"

Al m0vimento ha aderito anche l'ex assessore alla Cultura di Napoli ed ex sindaco di Ercolano, Nino Daniele: "Benedetto Croce – spiega – esprime uno dei punti più alti della storia italiana ed europea, ha anche dedicato una parte della propria vita alla costruzione del patrimonio libri della Biblioteca Nazionale di Napoli, e fu tra primi firmatari dell'appello antifascista. Proprio Croce, ricordiamolo, promosse lo spostamento della Biblioteca dal Mann al Palazzo Reale e dopo la seconda guerra mondiale si impegnò per un nuovo sviluppo del luogo".

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