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Fogli di presenza falsi e la discarica restava chiusa: 14 operai indagati a Padula (Salerno)

Misura cautelare dell’obbligo di presentazione per 14 operai dell’ex discarica Rsu di Padula: secondo i carabinieri del Noe certificavano falsamente la presenza al lavoro, mentre nei fatti il sito restava chiuso; non venivano quindi effettuati la manutenzione e i controlli su telo di copertura, percolato e recinzione. Per gli inquirenti era un sistema ben consolidato, con gravi ripercussioni ambientali.
A cura di Nico Falco
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I fogli di presenza certificavano che gli operai erano al proprio posto e che i controlli andavano avanti senza intoppi. Un sistema rodato, che serviva a nascondere quello che avveniva in realtà: i dipendenti non si presentavano nemmeno al lavoro, coperti dal referente del sito, e quella discarica restava di fatto chiusa, mentre i pagamenti della Regione Campania continuavano ad arrivare. È l'esito delle indagini dei carabinieri del Noe di Salerno, coordinati dalla Procura di Lagonegro, sulla gestione della ex discarica Rsu di Padula, in provincia di Salerno.

Da questa mattina è in corso l'esecuzione di una ordinanza cautelare dell'obbligo di presentazione per 14 operai, emessa dal gip del Tribunale di Lagonegro ed eseguita dai carabinieri. I destinatari, in passato dipendenti della Ergon, erano impiegati su mandato della Regione Campania dal consorzio unico di bacino Napoli-Caserta per la riqualificazione ambientale del sito, col compito di manutenere la discarica e in particolare di controllare il telo di copertura, i livelli di percolato prodotto e la recinzione. L'indagine aveva portato ad un analogo provvedimento nei confronti di altri 9 operai, addetti alla discarica di Caggiano.

I militari del Noe, a partire dalla primavera dello scorso anno, con servizi di monitoraggio ed appostamenti hanno documentato il modus operandi che nella ex discarica di Padula era diventato la consuetudine: il referente del sito, individuato come principale artefice dell'illecito, comunicava al Consorzio Unico di Bacino tramite WhatsApp le presenze, indicando che gli operai erano al lavoro, mentre il sito restava chiuso, con gravi ripercussioni sull'ambiente. Le presenze venivano inviate ogni giorno, entro la prima ora dall'inizio del turno di lavoro, e poi settimanalmente lo stesso referente trasmetteva i fogli di presenza. Gli operai sono indagati per false attestazioni di presenza in servizio e per truffa aggravata e continuata a danno della Regione Campania.

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