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Arrestato ispettore della Prefettura di Benevento: mazzette per controlli a centri accoglienza

Un funzionario 59enne della Prefettura di Benevento è stato arrestato dalla Digos: avrebbe chiesto soldi o regali in cambio della garanzia di controlli con esito favorevole nei Centri di Accoglienza per stranieri. L’inchiesta nata dalla denuncia di un imprenditore, dopo che l’uomo si era lamentato per non avere ricevuto “un panettone”.
A cura di Nico Falco
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I poliziotti della Digos hanno arrestato un funzionario di 59 anni della Prefettura di Benevento: avrebbe chiesto, e in vari casi anche ottenuto, delle mazzette per garantire controlli "tranquilli" nei centri accoglienza per stranieri, evitando di segnalare criticità e anomalie in cambio di denaro o regali. L'uomo è stato sottoposto ai domiciliari, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Benevento su richiesta della Procura locale, coordinata da Aldo Policastro.

L'accusa è di induzione indebita a dare o promettere utilità, consumata e tentata. Il funzionario era incaricato proprio delle ispezioni presso i Cas, i Centri di Accoglienza degli stranieri, e secondo le accuse avrebbe sfruttato questo suo ruolo per il proprio tornaconto. Sarebbe stato lui stesso a chiedere regali o soldi con sottili pressioni, facendo intendere che sarebbero serviti per ottenere una linea più morbida durante le ispezioni, garantendo quindi alle associazioni e alle cooperative che gestivano i centri di poter continuare a lavorare senza problemi.

L'indagine è nata da una richiesta non andata a buon fine. Dalla denuncia di un imprenditore, gestore di un centro di accoglienza, che ha raccontato di avere ricevuto delle lamentele da parte del funzionario, che dopo aver fatto intendere che i controlli sarebbero stati favorevoli non avrebbe ottenuto in cambio "un panettone". Lo stesso imprenditore ha raccontato anche di essere stato persino convocato in Prefettura, perché il funzionario voleva che gli venisse regalata una impastatrice dal valore di 550 euro. In altri casi, è emerso dalle indagini, avrebbe preteso una mazzetta di 300 euro su ogni fattura per le forniture che la Prefettura avrebbe pagato ad una cooperativa.

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