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Arianna Manzo, la “bimba di legno”, sarà risarcita con tre milioni di euro

A causa di un caso di malasanità, per una cura sbagliata all’ospedale Cardarelli di Napoli, dal 2005 Arianna è tetraplegica, sorda e ipovedente.
A cura di Valerio Papadia
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Dopo oltre 10 anni di battaglie, sarà finalmente risarcita Arianna Manzo, oggi 18enne, conosciuta come la "bimba di legno": oltre tre milioni di euro il risarcimento che è stato accordato alla ragazza e alla sua famiglia. L'atto ufficiale e definitivo, che pone fine alle battaglie di giustizia di Arianna e dei genitori, Eugenio Manzo e Matilde Memoli, sarà firmato il prossimo martedì negli uffici della Giunta regionale della Campania, alla presenza del presidente Vincenzo De Luca.

Il legale della famiglia Manzo, l'avvocato Mario Cicchetti, ha dichiarato: "In considerazione delle ampie rassicurazioni che mi sono state fornite, posso affermare che l'obiettivo è stato, seppur con estrema fatica, raggiunto. La direzione dell'Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli di Napoli e l'Asl di Salerno si sono rese disponibili per quanto loro possibile. Arianna, in favore della quale verrà versato un risarcimento di più di 3 milioni di euro".

La storia di Arianna Manzo, la "bambina di legno"

Il calvario di Arianna Manzo, originaria di Cava de' Tirreni, nella provincia di Salerno, inizia quando la bimba ha soltanto pochi mesi di vita, nel 2005: ricoverata all'ospedale Cardarelli di Napoli, alla bimba fu somministrato per errore, e per circa due settimane, il tiopentone sodico, un potente anestetico utilizzato soltanto per gli adulti (anche, ad esempio, nel processo di eutanasia): la somministrazione le ha causato gravi danni al sistema nervoso, rendendola tetraplegica, sorda e ipovedente. La battaglia della famiglia Manzo per ricevere il risarcimento è iniziata nel 2011 e, soltanto 11 anni dopo, sta per vedere la sua conclusione.

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