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Agguato di camorra alla festa patronale a Castellammare, killer arrestati 18 anni dopo

Svolta nelle indagini sull’omicidio durante la festa di San Catello del 2005: arrestate due persone, sono ritenute contigue al clan D’Alessandro.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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I killer avevano approfittato della festa patronale per entrare in azione. Avevano individuato i bersagli tra la folla che era in strada per i festeggiamenti di San Catello e, nonostante la presenza di numerose famiglie con bimbi piccoli a pochi metri, avevano aperto il fuoco. Una delle tante storie nere di camorra, che arriva oggi ad un punto di svolta: per quell'agguato, avvenuto a Castellammare di Stabia (Napoli) l'8 maggio 2005, i carabinieri hanno arrestato due persone; il movente sarebbe nella faida tra il clan D'Alessandro e il gruppo rivale degli Omobono-Scarpa.

L'agguato tra la folla a Castellammare

Vittime, quel giorno, il 35enne Vincenzo De Maria, e il 45enne Massimiliano Massa. I due stavano parlando per strada, nei pressi della Cattedrale, quando la motocicletta coi sicari si era fatta largo tra la folla. Forse avevano capito di essere finiti nel mirino all'ultimo istante e così avevano tentato la fuga. De Maria era stato raggiunto tra le auto in sosta in piazza Municipio e ucciso con quattro colpi di pistola tra testa e faccia. Massa, che era scappato in una direzione diversa, era rimasto ferito da diversi proiettili ma in modo non grave.

Ucciso alla festa patronale, due arresti

Le indagini sin dal primo momento si erano dirette verso la contrapposizione tra i D'Alessandro, egemoni a Castellammare di Stabia, e gli Omobono-Scarpa, compagine composta in parte da scissionisti e di cui faceva parte De Maria. Per quell'agguato oggi i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda, a carico di due persone, entrambe ritenute legate ai D'Alessandro; per loro l'accusa di omicidio e di tentato omicidio, con l'aggravante di avere agito per favorire il clan di appartenenza.

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