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Accusati di essere pagati dalla camorra, dopo 12 anni finisce l’inferno di 3 carabinieri: assolti

Dopo 12 anni si è chiuso l’incubo per tre carabinieri, all’epoca in servizio nella stazione Napoli-Marianella, accusati di essere stipendiati dai camorristi degli Scissionisti di Secondigliano. Due anni fa il collega che li aveva accusati aveva ritrattato, spiegando di essersi inventato tutto per ottenere uno sconto di pena. I tre sono stati assolti: “il fatto non sussiste”.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Erano finiti sotto processo con un'accusa tra le più infamanti: essere al completo servizio della camorra, non solo corrotti ma addirittura stipendiati, come se fossero dipendenti del clan. A puntare il dito era stato proprio un loro collega, che era imputato per lo stesso motivo. Ma ieri per i tre carabinieri si è chiuso l'incubo durato più di dieci anni: gli appuntati Giuseppe Lisco, Andrea Corciulo e Giuseppe Costanzo sono stati assolti perché "il fatto non sussiste".

I tre, all'epoca in servizio nella stazione Marianella, a Napoli, erano stati accusati dal vice brigadiere Mario Tomarchio: come lui, aveva detto, erano "stipendiati dal clan degli scissionisti di Secondigliano". In particolare, aveva spiegato, erano anche loro collegati al gruppo Bastone ed era lui stesso a consegnargli ogni mese lo "stipendio". A seguito dell'inchiesta i tre militari erano stati trasferiti in altre regioni e ed erano finiti sotto processo per corruzione aggravata. Durante una delle udienze, il 4 aprile 2019, la Dda aveva chiamato a deporre Tomarchio, che era stato condannato a 12 anni di reclusione; in quella circostanza il vicebrigadiere aveva ritrattato, dicendo che non era vero nulla, che "quei tre carabinieri non hanno preso un soldo dal clan", e aveva spiegato di averli tirati in ballo nella speranza di ottenere uno sconto di pena.

L'assoluzione, chiesta anche dal sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Marra, è arrivata ieri, davanti al collegio B della prima sezione del Tribunale di Napoli, dopo un iter processuale durato 12 anni. Ed è stata una assoluzione piena: "il fatto non sussiste", ovvero non è emersa nessuna prova a sostegno delle accuse.

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