62 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Abbattuti due altarini della camorra all’Arenaccia, erano dell’Alleanza di Secondigliano

Abbattuti altri due altarini eretti dalla camorra in via Generale D’Ambrosio e in traversa privata Filippo Maria Briganti.
A cura di Pierluigi Frattasi
62 CONDIVISIONI
Immagine

Abbattuti altri due altarini eretti dalla camorra a Napoli. Si tratta di due edicole votive nella zona dell’Arenaccia, ritenute dalla Procura di Napoli appartenenti al gruppo camorristico denominato dell’Alleanza di Secondigliano. Le operazioni di demolizione sono scattate questa mattina, lunedì 11 aprile 2022. I due altarini si trovavano in via Generale D'Ambrosio 38 e in traversa privata Filippo Maria Briganti, all’incrocio con via Briganti. Sul posto, gli agenti della polizia municipale, guidata dal Comandante Ciro Esposito, i militari della Guardia di Finanza di Napoli, e gli operai della NapoliServizi che si sono occupati materialmente della demolizione, su ordine della Prefettura di Napoli.

Edicole di camorra abusive anche sull'acquedotto romano

Continua l’operazione di demolizione degli altarini della camorra in tutta la città, in collaborazione tra Procura e Prefettura di Napoli. La settimana scorsa era toccato a due edicole votive in via Fava e in via Giusso attribuite al Clan Contini, delle 11 sequestrate dalla Procura nel 2021, dedicate a personaggi del clan. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori abbattimenti di altri 7 altarini, tra questi anche uno che è stato realizzato sull’acquedotto romano dei Ponti Rossi.

La scorsa settimana, come detto, erano stati abbattuti i primi due altarini degli undici che dovranno essere demoliti, per lo più dedicati a personaggi legati al clan Contini. Uno di questi è stato installato perfino su un momento storico, l'acquedotto romano oggi noto come i Ponti Rossi: in quel caso ci sarà massima attenzione per non danneggiare un reperto storico di valore inestimabile, trattandosi dell'antico tracciato dell'acquedotto romano del Serino, ancora oggi ben visibile in strada tanto da dare il nome all'intera zona dei Ponti Rossi (nome che per l'appunto si riferisce alle arcate dell'acquedotto, dal tipico colore rosso e che nel tempo hanno finito per essere associate ad un ponte piuttosto che all'acquedotto stesso, ormai in disuso).

Non è la prima operazione del genere operata da Comune e forze dell'ordine: una delle rimozioni più note fu quella dell'altarino dedicato al boss Emanuele Sibillo, che conteneva perfino le ceneri del defunto capo dell'omonimo gruppo legato al clan Contini, davanti al quale venivano costretti a "inginocchiarsi" anche le vittime delle estorsioni, come segno di "devozione" al clan.

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views